di Anna Messia
Nell’anno della pandemia Generali gioca la carte della cedola record di 1,01 euro e, aggiungendo gli 0,46 euro che erano rimasti da pagare sul 2019 stoppati fino a settembre dai regolatori per ragioni di prudenza, il dividendo complessivo raggiungerà quest’anno 1,47 euro. «Risultati eccellenti», ha commentato il group ceo, Philippe Donnet, sottolineando che, nel 2020, per il secondo anno consecutivo, il gruppo assicurativo ha raggiunto il miglior risultato operativo della storia, pari a 5,2 miliardi, +0,3% rispetto al 2019. In frenata, invece, l’utile netto che si è attestato a 1.744 milioni, in calo del 34% sul 2019 risentendo delle svalutazioni, dell’operazione di buy back fatta nel 2020 per 600 milioni e dell’istituzione del Fondo straordinario per il covid. Al netto di questi elementi il calo sarebbe stato limitato al 12%. I numeri sono stati apprezzati dal mercato, con il titolo salito oltre i 17 euro, grazie alla sorpresa dalla generazione di capitale che per l’intero 2020 ha raggiunto il record di 4 miliardi. I flussi di cassa netti per la holding sono cresciuti in particolare a 3,7%, grazie ai buoni risultati di Banca Generali e anche le rimesse di cassa dai vari Paesi sono cresciuti. L’Italia ha brillato con 1,495 miliardi di dividendi rispetto a 1,136 miliardi del 2019 ma sono andati bene anche la Francia (559 milioni) e la Germania che, considerando anche la dismissione di Leben, in due anni ha pagato alla capogruppo dividendi per circa 2 miliardi. Come pure l’Est Europa (passata da 486 milioni 1.041 milioni), Austria in prima linea. «Mi sento ogni giorno sotto esame del mercato e dei numeri. Se non senti questa pressione, come succede a uno sportivo, non fai bene il tuo lavoro. Sto giocando il campionato del successo del piano Generali 2021», ha risposto Donnet a chi gli chiedeva commenti sulla scadenza del mandato, con sullo sfondo le recenti manovre sul capitale di Generali e Mediobanca e l’ingresso di Francesco Gaetano Caltagirone che ha rilevato l’1,01% di Piazzetta Cuccia. Ora la cedola di 1,47 euro (di cui 1,01 euro previsti a maggio e 0,46 euro ad ottobre) consentirà a Mediobanca, titolare di una quota del 12,97% del Leone, di incassare circa 298,6 milioni. Per Francesco Gaetano Caltagirone, che nelle ultime settimane ha ulteriormente stretto la presa sul Leone al 5,65%, l’assegno sarà di quasi 131 milioni; per Leonardo Del Vecchio di 112 milioni e per i Benetton di 92 milioni, che si aggiungono alla prima tranche (0,5 euro) stata staccata lo scorso anno.
Ora la sfida sarà chiudere in crescita anche l’anno in corso, Donnet ha confermato gli obiettivi del piano 2019-2021 che prevedono dividendi complessivi tra 4,5 e 5 miliardi di euro e considerando che, tra il 2019 e il 2020, sono stati raggiunti dividendi totali di 3,1 miliardi, il range per il 2021 dovrebbe attestarsi tra 1,4 e 1,9 miliardi, con una cedola che potrebbe arrivare addirittura a 1,21 euro, e un minimo di 0,89 euro. «Siamo focalizzati al 200% sull’implementazione del piano», ha aggiunto Donnet ricordando l’eccellente Solvency II, pari al 228% e aggiungendo che il gruppo sta iniziando a ragionare al nuovo piano industriale che sarà presentato tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2022. Mentre riguardo alle operazioni straordinarie, dopo gli 1,8 miliardi spesi, in cassa restano 2,3 miliardi per acquisizioni di assicurazioni e asset manager, ma non banche, ha specificato il group ceo ricordando comunque che le acquisizioni non sono un obbligo. Mentre, riguardo a Cattolica, di cui Generali Italia ha rilevato il 24,4%, Donnet ha dichiarato di non avere contatti con i pretendenti che si sarebbero proposti per rilevare il 10% delle azioni del pacchetto rinveniente dal recesso (Fininit) e riguardo al business si è detto soddisfatto, con l’accordo di asset management che, per esempio, è già stato implementato al 100%. (riproduzione riservata)
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