L’asse Caltagirone-Del Vecchio guarda già ai lavori per la definizione e presentazione della lista del cda della compagnia assicurativa che prenderanno avvio nei prossimi mesi per arrivare alla scadenza della primavera 2022
di Andrea Montanari
Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone hanno obiettivi comuni: rafforzarsi nel capitale delle Generali, come stanno facendo da tempo per blindare la compagnia assicurativa e metterla al riparo da eventuali mire estere ( Axa? Allianz?), valutarne la strategia manageriale e, in caso, a tempo debito intervenire.
L’investimento dell’industriale milanese dell’occhialeria (4,84%) e del costruttore editore romano (5,65%) vale complessivamente 2,65 miliardi, anche grazie al rimbalzo del titolo del Leone di Trieste che dai minimi di marzo 2020, 10,49 euro, è risalito ora sopra la soglia dei 16 euro. Ma l’aspetto finanziario è e resta secondario, seppure dal gruppo guidato dal ceo Philippe Donnet arrivino dividendi ai soci.
La vera partita è strategica e industriale: riguarda le nomine, le poltrone e il futuro assetto di governance. Perché nella primavera del 2022 andrà in scadenza l’attuale consiglio e anche a Trieste, così come è stato per il primo azionista Mediobanca, la lista di candidati verrà redatta proprio dal cda uscente.
Un processo che richiederà del tempo, parecchi mesi, anche otto o nove. Per questo va preparata con calma e cura nei minimi dettagli tra comitati, riunioni periodiche, valutazioni di advisor finanziari e cacciatori di teste chiamati a scandagliare i profili dei possibili candidati. Una novità, come detto, per la compagnia assicurativa ma anche per i suoi soci privati, in particolare per i due più significativi, Caltagirone e Del Vecchio, che tra l’altro con ogni probabilità da qui in avanti incrementeranno ancora la loro partecipazione nel capitale delle Generali, magari contando sull’apporto di «nuovi» alleati. In tal senso va detto però che sia i Benetton (3,98%) sia i Boroli-Drago (1,45%) sono fermi sulle rispettive posizioni e non sembrano intenzionati a rafforzarsi con nuovi acquisti.
Il focus, dunque, sarà la figura centrale del ceo del Leone. Donnet sarà confermato? Il manager francese vorrà restare al suo posto? L’operazione fatta su Cattolica ha fatto storcere il naso proprio a mr EssilorLuxottica e al proprietario di Messaggero, Mattino, Gazzettino e altri quotidiani locali oltre che di Cementir.
E su questa partita c’è assoluta convergenza di interessi. Tanto più che proprio in vista della composizione della lista del board i due azionisti avranno voce in capitolo essendo presenti, Caltagirone direttamente e Del Vecchio attraverso il fidato consigliere Romolo Bardin a cui sono affidate le redini della holding Delfin. Il primo socio Mediobanca è invece rappresentato da Clemente Rebecchini.
Non è da escludere che lo stesso costruttore ed editore capitolino, oggi vicepresidente vicario della compagnia, possa ambire alla poltrona occupata da Gabriele Galateri, la cui riconferma è stata possibile con la modifica dello statuto delle Generali per quel che attiene al vincolo d’età dei 70 anni, per l’appunto eliminato. Mentre ragionando assieme, Caltagirone e Del Vecchio potrebbero individuare il profilo dell’eventuale nuovo ceo della compagnia triestina: carica ambita da tanti professionisti del settore. E nell’ottica dell’italianità invocata dai soci privati questa volta si potrebbe puntare a un profilo nazionale. (riproduzione riservata)
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