di Claudio Plazzotta
Il 31 dicembre 2020 è entrato in vigore il nuovo Regolamento europeo droni, che ha trasferito buona parte della normativa sotto il presidio della European union aviation safety agency (Easa), armonizzando i regolamenti sull’intero territorio dell’Unione europea, facendo decadere le regolamentazioni nazionali e abolendo la distinzione tra utilizzo ricreativo e professionale dei droni.

Il nuovo Regolamento rende obbligatorio sia il montaggio di sistemi di Electronic identification (transponder) sui droni, primo passo fondamentale verso uno spazio aereo più sicuro, e sia la marcatura CE, che garantirà una maggiore sicurezza e controllo degli aeromobili in circolazione. E sono quasi 24 mila i droni registrati sul portale D-Flight nello scorso anno, di cui l’82% ricreativi e il 18% professionali.

Proprio l’utilizzo professionale dei droni offre ampi margini di sviluppo per tante aziende italiane: basti pensare che a livello internazionale, come spiega l’ultima ricerca dell’Osservatorio Droni della School of management del Politecnico di Milano, ci sono già 334 le startup attive, nate fra il 2015 e il 2020, che hanno raccolto complessivamente un miliardo di dollari di finanziamenti.

Il 91% delle nuove imprese innovative opera nei settori infrastrutture, utility e pubblica amministrazione, mentre i principali ambiti applicativi sono ispezioni e sopralluoghi di edifici, infrastrutture o impianti energetici (136 startup, il 40%), trasporti (52) e sicurezza e sorveglianza (46).

La pandemia da Covid-19 ha ampliato lo spettro di utilizzo dei droni da parte della pubblica amministrazione, soprattutto per il monitoraggio della popolazione, la consegna di materiale medico, la comunicazione delle linee guida sul distanziamento sociale e la sanificazione di edifici e strade. E, come afferma Marco Lovera, responsabile scientifico dell’Osservatorio droni, «fra le applicazioni emergenti, la cosiddetta Urban air delivery, che comprende la last-mile delivery di piccoli pacchi a singoli clienti, la consegna di materiale sanitario urgente e i trasporti di carichi pesanti, sta attraversando un forte hype e sta attirando l’interesse di imprese e autorità regolatorie di moltissimi paesi».

Insomma, la mobilità urbana verticale sembra essere destinata a cambiare il modo di muoversi in città, diventando una alternativa sostenibile al trasporto tradizionale, con impatti significativi sulla decongestione del traffico automobilistico e sull’inquinamento. Si stima che entro il 2035 voleranno nel mondo oltre 35 mila velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticale per trasporto passeggeri e centinaia di migliaia di droni, in un mercato della mobilità urbana che si stima raggiungerà i 70 miliardi di euro.

Ed ecco che Torino si candida a diventare la prima città italiana e tra le poche al mondo in grado di offrire un ecosistema completo di servizi per la mobilità verticale. L’iniziativa SkyGate, promossa dalla holding Always (fondata da Carlo Caiaffa, presidente, insieme ai soci Paolo Pari e Alessandro Rovera), prevede infatti la realizzazione di un acceleratore dedicato all’innovazione tecnologica nel settore dell’Urban air mobility (Uam), che prevede l’apertura del primo vertiporto per velivoli a decollo e atterraggio verticale, rinnovando le esistenti infrastrutture dell’Aeroporto Torino Aeritalia come laboratorio per la sperimentazione e lo sviluppo di nuove tecnologie per velivoli destinati a passeggeri e merci.

La mobilità urbana verticale è anche nei piani dell’italiana Walle Mobility, che insieme con Jaunt Air Mobility, produttore americano di elicotteri elettrici con tecnologia VTOL (vertical take off and landing), annuncia una partnership con l’obiettivo di lanciare in Italia, entro il 2024, un servizio di trasporto, per rotte entro i 50 km, con shuttle elettrici in grado di decollare e atterrare sui vertiporti.

E sempre Walle Mobility ha appena siglato un accordo con lo studio Giancarlo Zema Design Group proprio per la realizzazione dei primi vertiporti in Italia: «Hamamelis è un vertiporto solar-powered, sia su terraferma, sia su acqua, come base di partenza per droni-taxi elettrici e VTOL. È luogo simbolo di un nuovo modo di spostarsi, autonomo ed ecosostenibile. Il pavimento, con ricarica in modalità wireless, è costituito da speciali pannelli fotovoltaici di ultima generazione, antiscivolo, che integrano al loro interno piastre led per l’illuminazione e segnaletica notturna».

© Riproduzione riservata
Fonte: