Il 59,6% delle pensioni in essere all’inizio del 2021 ha un importo mensile inferiore a 750 euro.
È quanto rileva l’Inps, precisando che tra le donne la percentuale raggiunge il 72,6% e costituisce solo una misura indicativa della povertà, in quanto molti pensionati sono titolari di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi. Delle 10.608.976 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo il 43% (4.009.862) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile.
Il divario tra gli uomini e le donne è notevole: infatti tra gli uomini la percentuale con importo inferiore a 750 euro scende al 36,8% e se si analizza la categoria “vecchiaia”, la percentuale scende al 21,2% e di queste solo il 19,9% è costituito da pensioni in possesso dei requisiti a sostegno del reddito. Sempre per gli uomini, oltre un terzo delle pensioni di vecchiaia è di importo compreso fra 1.500 e 3.000 euro.
L’età media dei pensionati è di 74,1 anni: 71,5 anni per gli uomini e 76,2 anni per le donne. Per le pensioni di vecchiaia il 25,1% è versato a persone sotto i 70 anni.
Osservando l’analisi per categoria, le prestazioni di tipo previdenziale sono costituite per il 67,6% da pensioni di vecchiaia, di cui il 57,2% erogate a soggetti di sesso maschile, per il 6% da pensioni di invalidità, di cui il 54,7% erogato a uomini e il 26,4% da pensioni “Superstiti” che presentano un tasso di mascolinità pari al 12,3%.
Le prestazioni di tipo assistenziale sono costituite per il 20,2% da pensioni e assegni sociali di cui il 37,1% erogate a soggetti di sesso maschile, il 79,8% è erogato a invalidi civili, con un indice di mascolinità del 41,2%.
Il numero di prestazioni assistenziali liquidate ha una linea di tendenza crescente; l’età media alla decorrenza ha un andamento sinusoidale tra i valori estremi di 68 e 70 anni.
Il cda di Inps ha analizzato i primi dati del pre-consuntivo 2020 che mette in evidenza risultati in miglioramento rispetto alle previsioni, pur incorporando attività straordinarie da prestazioni per emergenza Covid.
In particolare, la gestione finanziaria di competenza di parte corrente presenterebbe un miglioramento di circa 10 miliardi rispetto alle previsioni elaborate nell’ambito della variazione del bilancio preventivo deliberata il primo ottobre 2020 (-15,7 miliardi), riducendo il disavanzo stimato in 6 miliardi.