di Andrea Pira
Tutta l’Italia diventi zona rossa. L’avevano chiesto i due Matteo della politica nazionale. A stretto giro sia Salvini sia Renzi hanno esortato il governo ad adottare in tutta la Penisola le misure di emergenza in vigore in Lombardia e in 14 altre province del Nord. Prescrizioni che hanno come intento quello di cercare di bilanciare il diritto alla salute e la necessità di non impantanare l’attività economica, spingendo il Paese verso la sicura recessione. Sulla richiesta di misure omogenee su scala nazionale, d’altronde concorda d’altronde anche il Pd, così da fermare il contagio e ripartire quanto prima. La grande zona arancione delineata dal Dpcm siglato domenica dal premier Giuseppe Conte è di fatto il motore del Paese. Dati 2018 (come emerge dai Conti economici territoriali Istat), con un prodotto interno lordo cresciuto a livello nazionale dello 0,8% rispetto all’anno precedente, il Nord-est si è dimostrata l’area «più dinamica», portando a casa una crescita dell’1,4%, trainata della performance dell’industria a +3,2%; delle costruzioni (+2,3%) e dell’agricoltura (+3,1%).
Per quanto riguarda il peso del mondo produttivo settentrionale sul resto del Paese, secondo l’Istat, il pil dell’Italia nel 2017 – ultimo anno per cui ci sono i dati ripartiti per regioni – è stato pari a 1.725 miliardi circa di euro. La Lombardia ha contribuito per 383,2 miliardi, il Veneto (dove sono sotto restrizione Venezia, Padova e Treviso) per 162,5 miliardi, l’Emilia-Romagna (toccata dal decreto con Piacenza, Rimini, Reggio-Emilia, Modena e Parma) per 157,2 miliardi. Dunque, sommando i dati delle tre regioni, risulta un contributo al pil nazionale pari a circa 703 miliardi di euro. In percentuale rispetto al pil si tratta del 40,1%.
Le difficoltà incontrate dallo scoppio dell’emergenza sanitaria si vanno però a sommare alla debolezza condivisa con il resto del Paese nell’ultimo anno. In Lombardia «i dati economici relativi ai primi nove mesi del 2019 confermano questo quadro di debolezza, con l’attività produttiva che si muove ai margini della stagnazione: la produzione del manifatturiero è cresciuta di un magro +0,3% (che si confronta con il +3,0% totalizzato nell’intero anno 2018) e le vendite sui mercati internazionali sono aumentate del +0,4% (+5,4% nel 2018)» scrive l’ultimo Booklet economia realizzato da Assolombarda. L’analisi segnalava anche la prima variazione negativa del numero delle imprese attiva, che ha interrotto una crescita costante di quattro anno: a fine 2019 erano 814mila (-0,2%). «Chiediamo al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia di decretare il blocco immediato al pagamento delle tasse, dei cittadini e delle imprese, e di consentire uno sblocco parziale dei circa 55 miliardi di residuo fiscale», che la Lombardia versa a Roma ha sottolineato il deputato leghista Paolo Grimoldi. Anche l’Emilia Romagna (prima regione per crescita del pil nel 2019) si muove a sostegno di imprese e famiglie. Il governatore Stefano Bonaccini ha annunciato lo stanziamento di 45 milioni: 15 milioni di fondi straordinari già in bilancio e altri 30 milioni di contributi della Regione che saranno liquidati in anticipo rispetto alla scadenza indicata. Dei 15 milioni invece circa 10 milioni saranno per l’accesso al credito a zero interessi rivolti alle pmi e 5 milioni per misure di welfare a favore delle famiglie.
Cdp al lavoro sul piano salva-pmi
di Luisa Leone
Pacchetto d’emergenza per le pmi targato Cassa Depositi e Prestiti. La controllata del Tesoro ha messo a punto uno strumentario anticrisi per rispondere, in sintonia con le iniziative del governo, all’emergenza economica lasciata come effetto collaterale dall’avanzare del Coronavirus in Italia. Al centro delle iniziative, alcune delle quali già lanciate ma che potrebbero ora essere potenziate, ci saranno le piccole e medie imprese, le più fragili nello scenario di semiparalisi attuale. L’idea è mettere a disposizione un ventaglio di strumenti che possano dare ossigeno al tessuto produttivo italiano, partendo dal sostegno alla liquidità, passando per l’export, fino ad arrivare all’innovazione. Innanzitutto ci sarà almeno 1 miliardo di euro a disposizione del sistema bancario per fornire credito a tassi agevolati a pmi e mid-cap, attraverso la Piattaforma Imprese. Si tratta di risorse immediatamente disponibili che dovrebbero servire ad affrontare la fase più acuta di questa crisi legata al diffondersi del virus.
Sempre per favorire l’accesso al credito si cercherà di potenziare lo strumento degli accordi di filiera, attivi nei settori dell’aerospazio, dell’agroalimentare, della difesa e dell’ingegneria. Parallelamente, come già annunciato, le controllate attive per il sostegno all’export, Sace e Simest, si allineeranno al sistema bancario con interventi di moratoria. Previsto anche il lancio di un Export Basket Bond da 500 milioni per le esigenze di finanziamento delle piccole e medie imprese esportatrici e il potenziamento delle garanzie a favore di acquirenti esteri per cercare di sostenere le esportazioni italiane, che rischiano il tracollo per i timori degli importatori legato all’avanzata del Coronavirus nel Paese. Altra linea guida sarà poi il sostegno all’innovazione, che farà perno sul nuovo Fondo Nazionale Innovazione, che raccoglie l’eredità delle analoghe iniziative nate sotto il cappello di Invitalia per promuovere il venture capital.
Infine nel pacchetto Salvaitalia della spa guidata dall’amministratore delegato Fabrizio Palermo ci sarà spazio anche per gli enti locali, con iniziative come il differimento e l’ulteriore rateizzazione delle rate in scadenza dei mutui contratti dagli enti locali nelle zone più duramente colpite dall’emergenza sanitaria.
(riproduzione riservata)
Fonte: