di Anna Messia
Eiopa, l’Ivass europea, si riunirà stamattina con una constatazione. La situazione di stress test che era stata ipotizzata per il settore assicurativo europeo nel 2018 è diventata dura realtà. Tra tassi d’interesse negativi, borse che crollano e tensione sui Btp che sale, lo scenario che era stato ipotizzato dall’Eiopa a dicembre di due anni fa si è ora nei fatti concretizzato. Anzi, le Borse hanno fatto probabilmente peggio di quanto era stato previsto. Da quell’esame del 2018 le grandi aziende italiane, Generali, Poste Vita, Unipol e Intesa Sanpaolo Vita era state promosse, con il Solvency II che era mai sceso sotto il 100%, ovvero il minimo richiesto dal regolatore. Ora ci risiamo con gli esami che non sono solo teoria ma dura pratica e il settore ha alzato l’allerta. A dare una mano è stato l’ultimo decreto del Governo approvato ieri, con lo scudo antispread utile per contrastare la ripresa di tensione sui Btp che è ora pronto ad essere attivato. Secondo i primi calcoli degli addetti ai lavoro lo scudi potrà essere utile fin da subito con lo spread sui Btp che ieri ha toccato i 250 punti. Si tratta del volatility adjustment lo strumento previsto dalla direttiva europea Solvency II. Un piccolo aiuto perché per una revisione più incisiva bisognerà aspettare il 2022, ma comunque meglio di niente: alla fine dello scorso anno, le compagnie italiane, grazie anche al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri quando era presidente della commissioni Affari economici e monetari europei (Econ), sono riuscite ad incassare da Bruxelles l’attivazione dello scudo anti spread con una soglia più bassa, passata da 100 a 85 punti base. Correzione che era già stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea ma che non era ancora stata recepita in Italia. Ora si accelera e come detto le compagnie potranno subito beneficiarne recuperando immediatamente qualche punto di Solvency II. Restano però gli altri fronti aperti, dalle borse che calano ai tassi bassi d’interesse e la domanda che tutti si pongono è quanto questa situazione si protrarrà nel tempo. A ben vedere le assicurazioni sono messe decisamente meglio delle banche davanti a questa crisi. Non hanno finanziato imprese che ora si trovano inevitabilmente in difficoltà e lo stop produttivo di raccolta dei premi che stanno subendo in queste settimane potrà probabilmente essere recuperato in buona parte una volta tornati alla normalità. Mentre la frenata alla circolazione dei veicoli, imposta dal virus, farà calare i sinistri auto. Ma a destare allarme, come detto, è l’aspetto finanziario. Una situazione che, in verità, preoccupa le altre assicurazioni europee (rispettivamente soprattutto quelle francesi e tedesche) più di quelle italiane tradizionalmente meno esposte ai mercati azionari. Non a caso in Eiopa, sulla spinta di tutti i Paesi, starebbero discutendo se aprire una proceduta di condizioni straordinarie per poter poi attuare una correzione temporanea al regime di Solvency II ed evitare così effetti pro-ciclici. Tra le idee che circolano ci sarebbe quella di replicare quanto era stato fatto nel 2008, ovvero consentire di valutare i titoli non a fair value, quindi a valore di mercato, ma al costo storico, sterilizzando quindi il crollo delle Borse degli ultimi giorni. Di fatto per le assicurazioni italiane verrebbe esteso ai bilanci di gruppo quello che già consentito è consentito per i civilistici, su cui vengono pagati i dividendi. Ma si vedrà, al momento è solo poco più di un’ipotesi. Più probabile che, almeno per ora, Eiopa si limiti soltanto a prevedere una proroga dei numerosi adempimenti che erano già stati previsti per dare attuazione a Solvency II. (riproduzione riservata)
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