Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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Per fronteggiare gli effetti economici dell’emergenza Coronavirus abbattutasi anche sui professionisti potrebbe, entro certi limiti, intervenire il welfare del sistema previdenziale delle Casse. Come rilevato dal Centro Studi di Itinerari previdenziali nel suo recente report «Il bilancio del sistema previdenziale italiano», fino ad oggi la cifra stanziata per queste prestazioni è ammontata a circa 400 milioni di euro. Per avere un’idea, il «Fondo per il reddito di ultima istanza» del decreto «Cura-Italia» destinato a lavoratori e professionisti (anche iscritti agli ordini) per i danni subiti dall’emergenza sanitaria mette sul piatto complessivamente 300 milioni di euro. Anche se ancora non è chiaro quanto di questo plafond sarà destinato agli iscritti alle Casse e con quali criteri accedervi.
Welfare e coronavirus. Ormai da qualche anno praticamente tutti gli enti hanno affiancato alle prestazioni pensionistiche tradizionali una serie di interventi assistenziali a sostegno dei propri iscritti, delle loro famiglie oltre che a sostegno alla professione: indennità di maternità, prestazioni a sostegno degli iscritti, prestazioni a sostegno della professione, ammortizzatori sociali, polizze sanitarie.
Gli effetti della crisi sanitaria del Coronavirus non risparmiano i professionisti e quindi le loro Casse di previdenza. Con un’economia che ha rallentato il suo già non spedito andamento (la crescita del Pil del 2020 era stimata a +0,3%) fino quasi a fermarsi, infatti, gli iscritti agli ordini stanno assistendo in queste settimane a un crollo dei loro fatturati. Tant’è che molti enti autonomi di categoria hanno prontamente sospeso i termini di tutti i versamenti e degli adempimenti previdenziali dei loro iscritti. Da qui e dagli ulteriori interventi che le Casse prenderanno, nei limiti dei regolamenti interni, non è difficile immaginare quale ripercussione avrà questa situazione su un comparto che negli ultimi anni ha contato su saldi sempre positivi +1,88% fra il 2017 e il 2018; +12,47 fra il 2014 e il 2018; addirittura +39,58% dall’indomani della grande crisi del 2008 al 2018. L’andamento positivo fino ad oggi si evince dal report n. 7/2020 del Centro Studi Itinerari previdenziali dal titolo «Il bilancio del sistema previdenziale italiano».
Il ricorso a smartworking e telelavoro impone di alzare la guardia verso i possibili attacchi informatici. In particolare quelli che sfruttano false e-mail. In tal caso cosa fare? Gli imprenditori devono ribaltare il punto di vista e il rapporto di fiducia e devono pensare che ogni comunicazione o richiesta di dati sia anomala. Così Marco Lucchina, cybersecurity manager di CybergON Security, business unit di Elmec Informatica, spiega a ItaliaOggi Sette come evitare la cosiddetta «frode del ceo». Prende il nome dal chief executive officer, cioè l’amministratore delegato di una società, in quanto appunto il cybercriminale si finge il ceo, o un’altra figura manageriale, di un’azienda e si inserisce in conversazioni via e-mail già esistenti o inizia trattative con utenti che abitualmente hanno una corrispondenza con la persona a cui ha rubato l’identità virtuale o si occupano di contabilità aziendale. Tecnicamente, infatti, questi attacchi ricadono sotto la tipologia delle frodi Bec, business email compromise, che prevedono la compromissione di account aziendali.
Il proprietario non può essere diffidato a bonificare il terreno solo perché il sito risulta contaminato. Vale, infatti, il principio eurounitario «chi inquina paga»: il titolare dell’area non porta una responsabilità oggettiva, anzi l’amministrazione ha bisogno di un’istruttoria adeguata e di un accertamento rigoroso sul nesso causale fra le condotte imputabili e l’evento dannoso. È quanto emerge dalla sentenza 202/20, pubblicata dalla prima sezione della sede di Brescia del Tar Lombardia.

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Aerei, alberghi, B&B, prenotazioni dall’Italia e dall’estero: è tutto fermo. Degli oltre 40 miliardi the gli stranieri spendono in Italia ogni anno non resterà niente. Migliaia di imprese con gravissimi problemi di liquidità. Il rebus, anche quando ci lasceremo alle spalle questa tragedia è quanti hotel, lidi, compagnie aeree e ristoranti saranno rimasti in piedi.
Nel primo mese di crisi i gestori non hanno potuto fare miracoli e solo i migliori hanno attenuato i crolli dei listini. Per i risparmiatori la chiave è l’asset allocation. Il consiglio è di avere portafogli ben diversificati, che riducono la volatilità dei mercati. Un consulente può aiutare a evitare scelte troppo emotive
In vent’anni la spesa sanitaria complessiva è cresciuta del 22% in termini reali. Ma mentre il settore pubblico riduceva il numero di ospedali e posti Ietto, i fondi girati alle strutture private sono aumentati di quasi un terzo. E gli imprenditori del settore hanno costruito vere e proprie fortune. La cura dimagrante ha ridotto gli sprechi ma ha anche impedito di affrontare il tema della capacità di combattere le emergenze: i posti in terapia intensiva sono molti meno rispetto agli altri Paesi
Tra biglietti e sponsor gli eventi musicali dal vivo hanno fatturato oltre 27 miliardi di dollari nel 2019. Se ne attendevano quasi 29 quest’anno. L’intero mondo della musica dal vivo si è fermato a causa della crisi innescata dal coronavirus e questo blocco totale del concerti e delle esibizioni causerà una perdita pari circa a un terzo del giro d’affari complessivo. L’industria deve ripensarsi un’altra volta
La sharing economy si fa spazio anche nel mondo delle assicurazioni. Attraverso formule basate sui gruppi d’acquisto che permettono di condividere i rischi abbattendo i costi. Zurich Italia ha ad esempio lanclato di recente Zurich4Care, piattaforma per l’acquisto di soluzioni assicurative destinata a gruppi di colleghi (appartenenti a grandi aziende con almeno 1.000 dipendenti o associazioni) in cui il livello di rischio viene preventivamente selezionato in base a criteri come età, sicurezza sul lavoro e controlli sanitari. La prima soluzione disponibile all’interno della piattaforma è una copertura Long Term Care (LTC)

Era l’anno dei Mondiali, quelli dell’82. In un’Italia profondamente diversa dall’attuale, l’avventura imprenditoriale del trentacinquenne Luciano Lucca, iniziata in solitaria dieci anni prima, era a una svolta, decisiva.
Con un gruppo di colleghi Lucca smette di lavorare per conto terzi, il broker assicurativo Cpa, e fonda Assiteca. È il momento iniziale di una avventura che avrebbe portato questo distinto signore oggi 73enne, milanese e milanista, amante del calcio italiano, delle cravatte francesi e delle automobili inglesi, a governare un gruppo consulenziale avviato a superare i 70 milioni di euro fatturato e con 700 dipendenti. Un piccolo miracolo italiano in un settore, tutt’al più, considerato alla stregua di una riserva di caccia anglosassone.

  • Rogiti, mutui, affitti e cantieri congelati La casa paga già il conto dell’epidemia
La casa comincia a pagare il conto del coronavirus. La serrata imposta dall’epidemia si fa sentire su un settore da cui dipendono un quinto del Pil e mezzo milione di addetti. I punti di sofferenza più acuta per ora sono le compravendite, i mutui, gli affitti brevi, le locazioni dei negozi e i cantieri.
  • Call e attività via web: anche la privacy va in quarantena
«Ci vediamo in videoconferenza». O ancora: «Ragazzi, domani lezione online». Messaggi che in questi giorni sono diventati popolari. E scatta la corsa per scaricare le applicazioni che consentono di vedersi e sentirsi a distanza,da Google Hangouts a Zoom a Meetings. Per citarne solo alcune. La necessità è dotarsi degli strumenti che ci consentano di lavorare stando a casa e permettano di assicurare agli studenti un minimo di continuità didattica in questi tempi di serrata prolungata delle scuole. Non ci si sofferma troppo, pertanto, sulle richieste delle app in fase di registrazione, quando ci si chiede di acconsentire all’uso dei nostri dati personali – dall’agenda telefonica alle foto caricate sul dispositivo che stiamo utilizzando – per poter accedere al servizio. Pur di riuscire a collegarsi con i nostri colleghi o non perdere la lezione della professoressa si dice “sì” a tutto. Di questi tempi, anche i più attenti al problema della privacy non vanno troppo per il sottile. Perché le priorità sono ben altre.
  • Per il mercato immobiliare ripresa forse tra un anno
La liquidità del settore immobiliare internazionale sembra oggi «una goccia d’acqua su una roccia rovente». Sarà pur vero che i singoli operatori si affrettano a dichiarare, in pubblico, che passato il breve periodo tutto andrà bene. Ed è anche quello che ci auguriamo tutti. Ma, a porte chiuse e a tu per tu, i big player dell’immobiliare sono molto più espliciti e meno tranquilli. Lo dimostrano una serie di e-meeting organizzati dal Gri (Global real estate institute) che in questi giorni difficili ha connesso in conferenze online i più importanti operatori del settore, la cui sintesi, contenuta in un documento riservato, Il Sole 24 Ore è in grado di divulgare.