Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Arriva una boccata di ossigeno per le imprese danneggiate dalla crisi conseguente al Coronavirus. Si tratta della possibilità di sospendere o allungare finanziamenti in essere al 31 gennaio 2020. È quanto prevede l’addendum all’accordo per il credito 2019 sottoscritto dall’Abi, Associazione bancaria italiana, e dalle Associazioni di rappresentanza di impresa il 6 marzo scorso. Il 93% delle banche in Italia ha aderito alle nuove moratorie, che sono già operative per tutta l’Italia. A questo si aggiunge la decisione del Mise, in merito al Fondo di garanzia per le pmi di estendere automaticamente la garanzia per i finanziamenti oggetto di moratoria, senza quindi una valutazione aggiuntiva.
Con l’obbligo di usare a bordo dell’auto dispositivi antiabbandono per i bambini di età inferiore ai 4 anni, occorre attrezzarsi adeguatamente, anche perché dal 6 marzo sono partite le sanzioni per chi non rispetta le nuove norme. Su questo fronte ci sono diverse possibilità: dai seggiolini che integrano il sistema di sicurezza a device indipendenti come cuscinetti intelligenti da abbinare, grazie a diverse tecnologie che servono ad avvisare i genitori nel caso in cui si dovessero dimenticare i figli nel veicolo.
Le multe previste vanno da 83 a 333 euro e possono essere detratti cinque punti dalla patente; inoltre, nel caso in cui si dovesse commettere una seconda infrazione nell’arco di due anni, si può essere soggetti alla sospensione della patente da 15 giorni fino a due mesi. Occorre tenere presente che si può prendere la multa se non ci si dota di un dispositivo per ogni bambino sotto i quattro anni presente in macchina, se il dispositivo utilizzato non è a norma, se necessita di un’applicazione e di una connessione Bluetooth per funzionare correttamente ed è disattivata sul proprio smartphone e se il dispositivo non è approvato dal produttore del seggiolino.
- Decreto anticrisi fino a 25 miliardi Gualtieri: “Rilanceremo il Paese”
È come una manovra. La prima concordata in videoconferenza, con premier e ministri incollati agli schermi ieri pomeriggio e i tecnici che continuano la notte. E gli italiani costretti a casa, i contagi che crescono, medici e infermieri in trincea contro il virus. Il decreto d’urgenza potrebbe usare, a sorpresa, tutti i 25 miliardi di maggiore deficit autorizzati dal Parlamento. Di sicuro ne mobilita molti di più: 350 miliardi. «Una somma equivalente in percentuale di Pil ai 550 miliardi attivati dalla Germania», spiega in tv il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Sono garanzie statali che consentono di non lasciare a secco le aziende in ginocchio, assicurando liquidità.
- La Fed gioca il tutto per tutto e taglia i tassi vicini allo zero Trump esulta: “Sono felice”
Con una mossa tra l’audace e il disperato la Federal Reserve si riunisce di domenica, taglia di un intero punto i tassi d’interesse per evitare un lunedì di panico sui mercati. Scende così a quota zero il costo ufficiale del denaro che la banca centrale americana presta agli istituti di credito. Inoltre la Fed annuncia che comprerà subito altri 700 miliardi di titoli sul mercato, una tecnica già collaudata per dare liquidità all’economia americana. «Il coronavirus – scrive la banca centrale – ha danneggiato la società e ha sconvolto l’attività economica in molti paesi inclusi gli Stati Uniti. La Federal Reserve è pronta a usare tutti gli strumenti a sua disposizione per sostenere i flussi di credito alle famiglie e alle imprese». In parallelo il segretario al Tesoro Steve Mnuchin ha chiesto al Congresso di ripristinare i poteri d’emergenza del governo usati nel 2008-2009, quando il salvataggio di banche e industria dell’auto avvenne con una temporanea nazionalizzazione.
Gli effetti economici della pandemia saranno diversi da quelli di tutte le crisi e le epidemie del passato. L’Italia, l’Europa, il mondo si avviano verso una quarantena senza precedenti. Per le piccole imprese la situazione è drammatica, per le persone che ci lavorano una botta tremenda. Le fabbriche non si sono ancora fermate ma se la sicurezza imponesse la serrata le conseguenze per il made in Italy e per l’intera industria europea sarebbero devastanti.
Cerved fa una prima stima dei costi dell’epidemia per il sistema produttivo basandosi sui dati di 750 mila aziende. Se l’emergenza durerà fino a dicembre andrà in fumo un fatturato colossale. E molti settori saranno travolti. Rispetto alle crisi precedenti la maggiore forza di tante industrie favorirebbe un recupero rapido nel caso la situazione tornasse normale a breve, anche se le aspettative di crescita sarebbero ormai vanificate
- Rinvio Iva, 600 euro agli autonomi, Cassa integrazione ai piccoli
Si avvicina a 25 miliardi il decreto legge per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Almeno 10 miliardi destinati agli ammortizzatori sociali per sostenere, per un massimo di nove settimane, tutti i lavoratori dipendenti costretti a restare a casa. Autonomi, professionisti, collaboratori e stagionali riceveranno invece 600 euro una tantum. Tre miliardi andranno a sanità e Protezione civile per assunzioni e forniture. Il resto degli interventi servirà a sostenere la liquidità per imprese e famiglie. Vengono sospesi gli obblighi fiscali e contributivi.
I rapporti dei prezzi tra i due titoli si sono allineati e già considerano le prossime cedole. Ma dal lancio dell’Offerta pubblica di scambio è cambiato il panorama di riferimento. Covid-19 complica lo scenario, compromettendo le prospettive economiche a medio termine
- Pagamenti a maggio per professionisti, Pmi, autonomi e turismo
Nessun contribuente dovrà recarsi alla cassa oggi per pagare tasse e contributi. Per imprese, professionisti, artigiani, commercianti fino a 2 milioni di euro di fatturato l’appuntamento con l’Iva annuale, l’Irpef e i contributi, così come per tutta la filiera del turismo, sport, cultura, spettacolo e assistenza per quanto riguarda i contributi, le ritenute alla fonte e la sola Iva di marzo, è rinviato al 31 maggio. Per tutti gli altri il pagamento, come anticipato ieri su queste pagine, è congelato fino a venerdì 20 marzo, giusto il tempo di riscrivere e ristampare le deleghe di pagamento. Per le famiglie, inoltre, vien rinviato al 10 giugno 2020 il pagamento dei contribuenti per i collaboratori domestici in scadenza tra il 23 febbraio scorso e il 31 maggio prossimo. Il pagamento sarà al netto di sanzioni e interessi. È quanto prevede il maxi decreto emergenza esaminato ieri fino a tarda sera e atteso oggi sulla Gazzetta Ufficiale. Un decreto che per sostenere il sistema sanitario, i lavoratori, le famiglie e le imprese utilizza di fatto tutto lo stanziamento di 25 miliardi autorizzato dal Parlamento la settimana scorsa. Nella bozza del decreto entrata in Preconsiglio, prevede anche una clausola taglia sprechi per blindare i fondi.
- Valutazione dei rischi: prassi da aggiornare
L’emergenza legata alla diffusione del coronavirus sta condizionando pesantemente l’operatività delle aziende italiane che si trovano a fronteggiare – fra le altre cose – la corretta gestione del personale e degli accessi di soggetti terzi negli stabilimenti, negli uffici o nelle sedi delle imprese. Tra gli adempimenti da considerare ci sono l’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi (Dvr) o la predisposizione di adeguate procedure per ridurre al minimo il rischio di contagio dei lavoratori. È comunque chiaro che tutti i datori di lavoro devono adottare misure preventive e di formazione del personale. Misure che comunque, in un luogo di lavoro, non sono dissimili da quelle adottate nei confronti del resto della popolazione e che sono state sostanzialmente condivise nel protocollo sottoscritto sabato fra Governo e parti sociali. Tra le novità più rilevanti contenute nell’accordo c’è la possibilità di misurare la temperatura corporea del lavoratore, al quale potrà essere inibito l’ingresso sul posto di lavoro se è superiore a 37,5°.
- Da monitorare anche i contatti stretti dei lavoratori colpiti
Che cosa accade se un lavoratore è venuto a contatto con un soggetto che può essere stato colpito dal virus Covid 19? Si tratta di lavoratori definiti come «contatti stretti» in base alla circolare 5443/2020 del ministero della Salute, perché rispondono a una o più delle seguenti caratteristiche: è un operatore sanitario o un’altra persona impiegata nell’assistenza di un caso sospetto o confermato di Covid 19, o personale di laboratorio addetto al trattamento di campioni di Sars-CoV-2;
è stato a stretto contatto (faccia a faccia) o nello stesso ambiente chiuso con un caso sospetto o confermato di Covid 19;
vive nella stessa casa di un caso sospetto o confermato di Covid 19;
ha viaggiato in aereo nella stessa fila o nelle due file antecedenti o successive di un caso sospetto o confermato di Covid 19, si tratta di compagni di viaggio o persone addette all’assistenza e membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il “caso indice” era seduto (se il caso indice ha una sintomatologia grave o ha effettuato spostamenti all’interno dell’aereo indicando una maggiore esposizione dei passeggeri, si considerano contatti stretti tutti i passeggeri seduti nella stessa sezione dell’aereo o in tutto l’aereo).
- Bercy mobilita gli assicuratori del credito per sostenere le imprese