Rimasto escluso dai provvedimenti del «Cura Italia», il mondo delle professioni reclama attenzioni e misure adeguate a fronteggiare una crisi senza precedenti. Se si considera tutto il mondo del lavoro autonomo, siamo in presenza di più di tre milioni di persone che producono oltre il 10% del Pil italiano.
Il mondo del lavoro autonomo è rientrato in un piano di aiuti considerato però ancora insufficiente e inadeguato. Il mondo delle cosidette professioni ordinistiche finora è invece rimasto fuori dalle misure di aiuti di Stato. Sono le casse di previdenza privata a chiedere il via libera per adottare misure che possano fronteggiare gli effetti economici dell’emergenza sanitaria. Ma le regole poste dall’equilibrio cinquantennale dei bilanci impediscono deroghe.«Ci aiutino — avverte Alberto Oliveti, presidente dell’Adepp — a rispettare i bilanci che ci permettono di pagare le pensioni e le assistenze. Una soluzione c’è: ci riducano in egual misura le imposte, già in Europa non le pagano sulla previdenza. Oppure concedano una moratoria triennale sulla sostenibilità cinquantennale che ci è imposta».
Una richiesta per proteggere il mondo delle professioni e avviare la ricostruzione. «Non bisogna dimenticare — ricorda Oliveti — che l’Italia è l’unico paese europeo con una doppia tassazione sui rendimenti. In un frangente come questo chiediamo equiparazione».
Intanto però arriva l’accordo tra Adepp e il Banco Bpm: l’istituto di credito mette a disposizione dei professionisti appartenenti alle varie categorie un plafond di 1 miliardo di euro per fronteggiare la situazione di difficoltà determinata dall’emergenza Covid-19. Al plafond possono aderire coloro che sono iscritti a tutte le casse di previdenza dei professionisti. Gli interessati potranno richiedere un finanziamento a condizioni economiche di particolare favore della durata fino a 24 mesi con un preammortamento, compreso nella durata complessiva, fino a 9 mesi.
Fonte: