Secondo l’Istat circa il 53,4% delle nostre aziende con almeno tre dipendenti (1.033.737) ha adottato almeno una misura per il sostegno alla genitorialità e alla conciliazione vita-lavoro.
E’ ciò che emerge dal Censimento permanente delle imprese, uno strumento di rilevazione che si propone di fornire un quadro puntuale della situazione delle aziende italiane sul fronte economico e non solo.
Ma di che tipo di prestazioni stiamo parlando? Nello specifico, analizzando i dati Istat si può osservare che il 20,5% delle imprese ha attivato forme di comunicazione interna per informare i lavoratori sui diritti legati alla genitorialità e previsti dall’attuale normativa. Per quanto riguarda i permessi e i congedi parentali e familiari, il 25,5% delle realtà prevede interventi extra rispetto a quelli previsti dalla normativa in caso di nascita di un figlio; inoltre, il 22,5% predispone permessi specifici nel caso dell’inserimento di figli al nido o alla scuola dell’infanzia. Sono l’8,6% le imprese che scelgono invece di estendere volontariamente la durata del congedo parentale e il 15,6% quelle che lo fanno in caso di gravi motivi (di salute, familiari, ecc).
La presenza di un asilo nido aziendale a condizioni gratuite o agevolate riguarda solo l’1,7% delle aziende; una percentuale più elevata – il 7,8% – garantisce invece sostegni economici a integrazione della normale retribuzione a favore dei lavoratori e dei loro familiari.
Le ultime misure considerate dalla rilevazione riguardano infine l’ambito della gestione del tempo. A tal riguardo si registra che circa il 47,3% delle realtà imprenditoriali del nostro Paese ha attivato interventi per rendere maggiormente flessibile l’orario di lavoro (in entrata e/o in uscita, per quanto riguarda le pause, ecc). Sono il 10,3% le aziende che hanno invece introdotto lo smart working e il 3,7% quelle che prevedono il telelavoro (tabella 1).
Tabella 1. Misure aziendali per il sostegno della genitorialità e della conciliazione vita-lavoro
Fonte. Istat, Censimento permanente delle imprese (2020)
Fonte: Percorsi di Secondo Welfare