di Irene Greguoli Venini

Con l’emergenza sanitaria del coronavirus sono moltissime le persone che si trovano a dover annullare un viaggio o la partecipazione a una manifestazione: da coloro che avrebbero dovuto recarsi nelle zone rosse a quelli che provenendo dalle aree considerate a rischio in Italia, come la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna, potrebbero avere problemi a entrare in uno Stato estero, fino a quelli che si sarebbero dovuti spostare per un evento, come una fiera o un concorso, cancellato a causa dell’epidemia.

In molti casi è possibile chiedere un rimborso, come disposto dal decreto emanato pochi giorni fa dal governo, per lo meno dei voli, dei treni, e per i trasporti marittimi, mentre per hotel, case in affitto e biglietti di concerti, spettacoli e partite di calcio la situazione è meno lineare.

Le norme per i rimborsi dei viaggi. Il governo ha varato il decreto legge n. 9 del 2 marzo 2020 («Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19») in cui si parla anche delle disdette di viaggi e vacanze e degli eventuali rimborsi.

Nel provvedimento si stabilisce innanzitutto che, in base all’articolo 1463 del codice civile, ricorre la sopravvenuta impossibilità della prestazione per quanto riguarda contratti di trasporto aereo, ferroviario, marittimo stipulati da persone nei confronti delle quali è stata disposta la quarantena, che sono risultate positive al virus e quindi sottoposte a isolamento a casa o ricoverate in ospedale, o che risiedono nelle aree interessate dal contagio. Lo stesso vale per coloro che hanno pianificato soggiorni o viaggi con partenza o arrivo nelle zone rosse e per coloro che hanno programmato la partecipazione a concorsi pubblici, a manifestazioni, eventi e a ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, annullati, sospesi o rinviati dalle autorità competenti. Si aggiungono poi tutti quelli che hanno acquistato biglietti in Italia per destinazioni estere in cui è impedito o vietato lo sbarco, l’approdo o l’arrivo a causa dell’emergenza sanitaria.

Tutti questi soggetti per ottenere il rimborso devono comunicare al vettore di rientrare in una delle situazioni citate dal decreto, allegando, nei casi della partecipazione a concorsi pubblici o a manifestazioni cancellate, la relativa documentazione (per esempio il biglietto o un documento che provino la partecipazione all’evento), entro trenta giorni.

L’operatore che riceve la comunicazione in 15 giorni deve procedere al rimborso del corrispettivo versato per il titolo di viaggio o all’emissione di un voucher di pari importo da utilizzare entro un anno. Tutto ciò vale anche se il biglietto è stato acquistato presso un’agenzia di viaggio.

Considerando invece i consumatori che hanno comprato un pacchetto turistico, possono esercitare, ai sensi dell’articolo 41 del Codice del Turismo, il diritto di recesso dai contratti di pacchetto turistico riferiti ai periodi di ricovero, di quarantena con sorveglianza attiva, di permanenza domiciliare fiduciaria o di durata dell’emergenza epidemiologica nelle zone interessate dal contagio.

In caso di recesso, l’organizzatore può offrire un pacchetto sostitutivo di qualità equivalente o superiore, oppure provvedere al rimborso entro 14 giorni dal recesso o emettere un voucher di importo pari al rimborso spettante.

Per quanto riguarda le gite scolastiche, sia sul territorio nazionale sia all’estero, viene riconosciuto il diritto di recesso, con la possibilità per l’operatore di effettuare il rimborso anche mediante un voucher.

C’è da considerare comunque che le misure previste dal decreto riguardano gli spostamenti (e i pacchetti turistici): per le penalità per la disdetta di soggiorni in alberghi o nel caso di affitti brevi, o per l’eventuale restituzione di un anticipo o di una caparra, la situazione è meno chiara e molto dipende dai singoli operatori.

Per esempio Airbnb prevede per gli ospiti che hanno prenotato in determinate date in zone interessate dall’epidemia la possibilità di disdire gratuitamente le prenotazioni, così come nei casi di persone che non sono potute partire per le restrizioni imposte dalle autorità governative o sanitarie competenti in materia di controllo delle malattie, per svolgere compiti medici, a seguito di cancellazioni del volo o del trasporto via terra avviate da una compagnia aerea o da un fornitore di trasporto terrestre a causa dell’epidemia.

Dai concerti agli eventi sportivi. Al di là dei viaggi ci sono molte attività che finché dura l’emergenza sono state sospese: per esempio concerti, spettacoli teatrali, eventi sportivi.

In questi casi, per l’eventuale rimborso dei biglietti o dell’abbonamento non usufruito, l’iniziativa è lasciata alle imprese che possono proporre varie soluzioni, come le riprogrammazione degli eventi (è il caso per esempio del Teatro Arcimboldi e del Teatro alla Scala) o il rimborso; in generale occorre capire cosa prevedono i contratti.

Per esempio per le partite di calcio molte squadre non offrono rimborsi, mentre altre danno questa possibilità ai tifosi.

Oppure nel caso delle palestre e dei centri sportivi che devono rimanere chiusi, occorre valutare il tipo di abbonamento che si è sottoscritto per capire se può essere esteso per una quantità di giorni pari a quelli di chiusura o se è previsto un risarcimento.

Le zone rosse. Le autorità sanitarie italiane il 30 gennaio 2020 hanno disposto la sospensione del traffico aereo diretto con la Repubblica Popolare Cinese, incluse le Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao; il provvedimento comprende anche il traffico aereo con Taiwan.

Al di là di ciò, per chi intende viaggiare è bene sapere che diversi paesi stanno ponendo restrizioni all’arrivo sul loro territorio degli italiani, in particolare provenienti dalla Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna: per esempio hanno vietato l’ingresso agli italiani o a chi è stato in Italia nelle ultime due settimane Israele, Capo Verde, Giamaica, Giordania, Arabia Saudita, Bahrein, El Salvador, Figi, Iraq, Kuwait, Libano, Madagascar, Mauritius, Angola, Seychelles e Turkmenistan, tra gli altri.

Alcuni paesi, invece, stanno ridimensionando i collegamenti con l’Italia: per esempio alcune compagnie statunitensi stanno riducendo o sospendendo del tutto i voli da e per la Penisola, la Turchia ha sospeso i collegamenti aerei con l’Italia, e vari stati hanno disposto la quarantena precauzionale per i passeggeri che arrivano dal nostro paese.

Per aggiornarsi sulla situazione, che è in continua evoluzione su questo fronte, si può consultare www.viaggiaresicuri.it, piattaforma digitale dell’Unità di crisi della Farnesina.

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