di Anna Messia
Cattolica Assicurazioni ha deciso di non decidere. Come era prevedibile alla luce delle indicazioni arrivate da Eiopa alla vigilia del consiglio di amministrazione tenutosi ieri, la compagnia presieduta da Paolo Bedoni ha preferito rinviare ogni decisione in merito alla distribuzione del dividendo a valere sul bilancio 2019. Del resto i segnali arrivati dall’Ivass europea, come anticipato da MF-Milano Finanza, sono chiari: l’Eiopa di Gabriel Bernardino è pronta all’intervento sul Solvency II per evitare che le compagnie finiscano in balìa dei mercato, dei bassi tassi d’interesse e dello spread, ma allo stesso tempo chiede alle imprese massima prudenza sul fronte dei dividendi. E ieri Cattolica, il cui cda si è riunito per approvare i conti 2019, ha risposto posticipando la decisione sul dividendo e prendendosi tutto il tempo a disposizione per pronunciarsi, visto che anche l’assemblea è stata rinviata sfruttando l’intervento del governo che ha consentito tale slittamento. «A seguito del decreto legge Cura Italia il cda di Cattolica ha ritenuto opportuno posticipare la decisione sulla distribuzione dei dividendi», hanno fatto sapere ieri da Verona, aggiungendo che la scelta «è legata all’estrema volatilità dei mercati finanziari conseguente al coronavirus».
Cattolica ha chiuso l’esercizio 2019 con una raccolta premi complessiva in aumento del 19,9% a 6,9 miliardi di euro (del 13,1% in termini omogenei), mentre l’utile netto di gruppo si è fermato a 75 milioni (dai 107 milioni nel 2018), evidenziando una flessione del 29,7% che ha scontato l’effetto di diverse poste straordinarie negative, come l’impairment del goodwill (13 milioni), la perdita derivante dalla cessione di Cattolica Life (7 milioni) o le svalutazioni su immobili (10 milioni). Anche il Solvency II, con un valore del 175% (ovvero 1,75 volte il minimo previsto dal regolatore), a fine 2019 era in zona di tranquillità. «I risultati hanno confermato ancora una volta la crescita registrata negli scorsi anni e la solidità della compagnia», ha sottolineato Bedoni. Ma la volatilità, come detto, resta alta. La sensibilità di Cattolica allo spread Btp-Bund, ha ricordato il cfo Enrico Mattioli, rimane elevata, visto che ogni incremento di 50 punti base sul differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi produce un calo di 15-20 punti sul Solvency ratio. Mentre gli scenari finanziari e assicurativi delineati per il 2020 risultano più sfavorevoli rispetto a quanto ipotizzato nel piano, tanto che sono state riviste al ribasso le indicazioni sull’utile operativo atteso: il nuovo obiettivo di Ebit è stato indicato a 350-375 milioni dal range precedente di 375-400 milioni.
Quanto alla decisione di posticipare l’assemblea di bilancio prevista per il 25 aprile, il direttore generale Carlo Ferraresi ha spiegato che è stata presa «perché alle nostre assemblee partecipano oltre mille persone» e in questa occasione «era prevista anche una sessione straordinaria». Da votare, come noto, ci sono modifiche alla governance richieste da un gruppo di soci dissidenti che negli ultimi mesi hanno tenuto alto il confronto dopo il defenestramento dell’ex ad Alberto Minali. Tutto, quindi, è rinviato. Infine va segnalato che oggi tra le assicurazioni toccherà a Unipol, che ieri ha riunito il cda, dire la parola definitiva sul dividendo dopo che lo scorso febbraio il group ceo Carlo Cimbri aveva indicato al mercato l’intenzione di aumentare dell’16% a 0,16 euro per azione la cedola di UnipolSai e del 56% a 0,28 euro quella di Unipol. Ma febbraio sembra un secondo fa. (riproduzione riservata)
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