E va incontro alle richieste dei dissidenti

Il consiglio di amministrazione di Cattolica assicurazioni ha approvato, con un solo voto contrario, alcune modifiche allo statuto sociale da sottoporre all’assemblea. L’intervento, ha spiegato la società presieduta da Paolo Bedoni, «viene deciso nell’ambito della costante attenzione degli organi della compagnia all’evoluzione dei profili di governance e alle migliori pratiche del settore e concerne alcuni significativi punti di adeguamento riguardanti, in particolare la composizione soggettiva e il funzionamento dell’organo amministrativo». Il board ricorda che da diversi anni è stata avviata «una costante riforma del proprio statuto» e nel 2018 sono stati effettuati «significativi aggiornamenti nella propria governance, con l’adozione del sistema di amministrazione e controllo monistico». Le riforme proposte dal consiglio, che di fatto su alcuni elementi vanno incontro a quelle dei dissidenti, prevedono varie misure: la riduzione del numero degli amministratori da 17 a 15; la possibilità che l’amministratore delegato possa non avere la qualità di socio; l’introduzione di criteri (di genere, di esperienza e professionalità nonché anagrafici) per assicurare una più articolata e trasparente diversity nella composizione del consiglio e altresì un equilibrato, prospettico ricambio professionale e generazionale; la specificazione del requisito di indipendenza, individuando talune situazioni che potrebbero incidere ai fini della valutazione della sussistenza del requisito, in particolare un’anzianità di carica temporalmente significativa; l’introduzione di un limite temporale di tre mandati continuativi per l’eleggibilità alle cariche speciali di presidente e vicepresidente; una più precisa configurazione delle funzioni in capo all’amministratore delegato e dei flussi informativi endoconsiliari; una parziale revisione della disciplina e del funzionamento dei comitati endoconsiliari, coerente con le prassi migliori e con l’esperienza di Cattolica». Le modifiche proposte, se approvate dall’assemblea, potranno essere efficaci soltanto dopo il via libera dell’Ivass, l’autorità del comparto assicurativo. Il cda ha dato mandato al presidente per le opportune interlocuzioni con l’authority, «fermo restando che allo stato non è possibile prevedere la data di convocazione dell’assemblea dei soci, stante la nota situazione sanitaria e sociale».

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