La misura del governo che prevede le moratorie sui finanziamenti va bene ma occorre introdurre delle modifiche per evitare contraccolpi. Questo chiede l’Abi nella memoria consegnata in commissione bilancio del Senato. «Per rendere più efficaci le previsioni contenute nell’art. 56 (moratorie) occorre prevedere che la garanzia rilasciata alla banca debba essere riconosciuta come strumento di mitigazione del rischio di credito secondo le attuali regole europee in materia di requisiti minimi di capitale per le banche, consentendo quindi a queste ultime di ponderare a zero il relativo rischio dei finanziamenti garantiti. Per questo – afferma l’Abi – occorre prevedere che la garanzia sia a prima richiesta e non sussidiaria come attualmente previsto. Tale garanzia dovrebbe coprire le perdite per capitale e interessi e altri costi accessori». «In coerenza con i maggiori margini di flessibilità accordati a livello europeo, la quota garantita deve essere elevata dall`attuale 33% almeno al 50%», prosegue l’Associazione bancaria italiana. Per efficientare l’utilizzo della garanzia pubblica, poi, «si deve introdurre una norma che preveda in modo opzionale la possibilità per la banca di utilizzare, la tecnica della garanzia di portafoglio (tranched cover), con una garanzia rilasciata dalla sezione del Fondo sulle prime perdite relative all`ammontare complessivo dei crediti coperti dalla garanzia».
La garanzia a favore delle imprese con l’intervento della Cdp, sottolinea l’Abi, «è di particolare importanza perché si pone come complementare rispetto alle altre misure specificatamente dedicate alla Pmi, in quanto riguarda il mondo delle imprese senza differenziazione dimensionale». (riproduzione riservata)
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