Ieri le nomine del Consiglio Superiore su proposta del governatore Visco
Franco e Perrazzelli vicedirettori generali. Resta da completare l’iter procedurale ma sembra superato lo stallo sulla conferma di Signorini. All’orizzonte sfide significative per il Direttorio
di Francesco Ninfole
Il Consiglio Superiore della Banca d’Italia ha nominato ieri Fabio Panetta nuovo direttore generale dell’istituto centrale a partire dal 10 maggio, mentre Daniele Franco e Alessandra Perrazzelli sono stati designati vicedirettori generali. Il Consiglio ha accolto le proposte presentate ieri dal governatore Ignazio Visco, che in mattinata ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sembra essersi sbloccato così il processo di nomina del Direttorio della Banca d’Italia, dopo lo stallo per la conferma come vicedirettore generale di Luigi Federico Signorini, decisa dal Consiglio Superiore più di un mese fa. L’iter procedurale per tutti è ancora aperto: serve l’approvazione con decreto del presidente della Repubblica, promosso dal presidente del Consiglio, di concerto col ministro dell’Economia, sentito il Consiglio dei ministri. La designazione di Signorini si è arenata nel passaggio governativo, a causa di una richiesta di «discontinuità» in Bankitalia da parte di Lega e Cinque Stelle. Dopo l’indisponibilità annunciata da Salvatore Rossi a un secondo mandato come direttore generale e l’addio di Valeria Sannucci, sono sul punto di entrare nel Direttorio due nuovi nomi: Franco è da sei anni ragioniere generale dello Stato, mentre Alessandra Perrazzelli è oggi vicepresidente di A2A , dopo essere stata country manager di Barclays Italia e responsabile degli affari regolamentari di Intesa Sanpaolo .
Anche se resta da completare la procedura, non ci si aspettano nuovi contrasti sulle nomine. A inizio marzo c’è stato un incontro a Palazzo Chigi tra Visco e il premier Giuseppe Conte. Negli ultimi giorni i partiti di maggioranza hanno ammorbidito le dichiarazioni su Bankitalia. Ieri una fonte governativa avrebbe espresso a Reuters gradimento per le nomine, ma questo non ha comunque intaccato l’autonomia di Visco nelle scelte. Allo stesso modo non è in discussione l’indipendenza di Panetta, le cui posizioni risalgono a ben prima della nascita del nuovo governo, come risulta evidente anche rileggendo i discorsi pubblici degli ultimi anni. Panetta, vice dg di Bankitalia dal 2012 e membro del Consiglio di Vigilanza Bce sin dalla nascita dell’organismo nel novembre 2014, si è battuto in Europa per evitare eccessi rigoristi ingiustificati che avrebbero danneggiato l’economia italiana. In materia di crediti deteriorati, in un clima europeo diffidente nei confronti dell’Italia, ha ricordato che esiste un «limite di velocità» nel loro smaltimento, oltre il quale diminuisce il credito ai privati e gli unici benefici sono per i fondi speculativi. Nello stesso tempo, però, ha promosso una riduzione delle sofferenze nei bilanci delle banche italiane, come mostra il calo di npl, che negli ultimi anni è stato ben superiore alle attese.
Panetta, europeista che non ha mancato di evidenziare i difetti dell’Unione, ha inoltre lottato per migliorare la supervisione sui titoli illiquidi delle banche, verso cui la Vigilanza Bce a trazione franco-tedesca ha spesso mostrato un atteggiamento soft, e per aumentare gli strumenti di gestione delle crisi. Le procedure Ue e il bail-in, criticati da Bankitalia già nel 2013 prima della loro introduzione, hanno complicato la difesa della stabilità finanziaria, togliendo anche strumenti efficaci nei dissesti come gli interventi preventivi dei fondi interbancari (ora riabilitati dopo la sentenza del Tribunale Ue che ha annullato l’interpretazione della Commissione su Tercas). Su questi temi nei giorni scorsi i partiti di maggioranza hanno espresso posizioni simili. Potrebbe essere l’occasione per una maggiore collaborazione con la Banca d’Italia. Le sfide in arrivo sono significative: all’orizzonte si intravedono rischi di recessione e di aumento del rapporto debito/pil, con possibili conseguenze per le banche. (riproduzione riservata)
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