Incontri tra fondi e cdp per studiare forme di coinvestimento
Oltre a questo, Assofondipensione si sta muovendo su altri due progetti di sistema ai quali può essere destinata parte di un patrimonio che supera quota 52 miliardi
di Lucio Sironi
Investire nell’economia reale è uno degli obiettivi programmatici delle casse previdenziali e sanitarie, attente alle esigenze di diversificazione dei loro portafogli e consapevoli di essere tra i pochi a mettere a disposizione risorse per iniziative di private equity e venture capital e sostenere pmi e start up per offrire nuovi sbocchi sul fronte dell’occupazione. E’ quella che Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam, fondo pensione dei medici, nonchè alla guida dell’Adepp (l’associazione che riunisce le casse professionali), ha descritto come la necessità di operare non solo in chiave post-lavorativa, erogando prestazioni, ma anche pro-lavorativa, cioè a favore dei lavoratori prima che escano dal mondo del lavoro o addirittura prima che vi entrino (nel caso specifico fornendo strumenti di sostegno ai laureandi del quarto e quinto anno di medicina). Una strada che le casse potrebbero imboccare in questo percorso è muoversi in tandem con uno degli investitori in economia reale per eccellenza, la Cassa Depositi e Prestiti, che attraversa un rinnovato dinamismo.
La disponibilità delle Casse è stata esplicitata da Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione (raccoglie 30 fondi pensione negoziali aziendali per un patrimonio di 52 miliardi), sabato 2 marzo nell’ambito di un forum organizzato in Puglia dalla società di consulenza Valore sul tema degli investimenti esg e alternativi. Maggi ha aggiornato una platea composta dai rappresentanti di numerose casse previdenziali e sanitarie di categoria su alcuni incontri già avuti con i vertici di Cdp per valutare percorsi comuni di coinvestimento, mentre altri ne seguiranno a breve. Tra i punti da affrontare anche la possibilità di introdurre qualche forma di garanzia. Assofondipensione in realtà si sta muovendo su tre progetti di sistema. Oltre a quello con Cdp ce n’è uno che riguarda cinque fondi negoziali nel settore chimico (tra cui quello dell’Eni ) e un altro che coinvolge al momento otto fondi negoziali disposti a investire in forme di economia reale fino al 20% del patrimonio.
Il mondo delle casse professionali è complesso da coordinare in quanto ogni ente ha le sue specificità e anche le situazioni finanziarie presentano ampie differenze, ma un punto comune può essere appunto l’esigenza di dare spazio nei rispettivi portafogli a investimenti in economia reale, soprattutto infrastrutture in settori come tecnologia, digitalizzazione, energia, ambiente, con spiccata attenzione agli investimenti esg (socialmente responsabili) che si affiancano a posizioni tradizionali come quelle in titoli di Stato, azionari e nel settore immobiliare. Valga l’esempio della Cassa forense, molto solida grazie a un numero di pensionati ancora ben inferiore a quello degli avvocati in attività. Dispone di 11 miliardi di patrimonio gestiti parte (10-12%) attraverso un fondo immobiliare, parte in forma diretta e si sta meditando sul lancio di una sicav di diritto lussemburghese. Mentre Enpam (medici) vanta un patrimonio di 21 miliardi, oltre un quarto rappresentato da immobili (palazzo Rinascente in Duomo, le sedi di Amazon a Milano e a Londra) e il 5% dedicato a investimenti vicini al mondo della sanità.
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