Presentando il piano l’ad Vandelli esclude interesse per Carige e Mps. Nella strategia al 2021 l’istituto prevede un utile di 450 milioni, un cost-income inferiore al 59% e cessioni di npl fino a 2 miliardi. Il ceo: con Unipol rapporti positivi ma la governance non cambia
di Luca Gualtieri
Nel giorno della presentazione del nuovo piano industriale Bper frena sulle aggregazioni, in particolare sul dossier Carige . Se la banca genovese è alla ricerca di un cavaliere bianco con cui convolare a nozze entro la fine di giugno, l’amministratore delegato di Bper Alessandro Vandelli ha escluso al momento un interesse per la partita: «In questo momento non siamo nel processo per l’acquisto di Carige . Abbiamo obiettivi molto chiari, che puntano a un’accelerazione del processo di derisking e non siamo disponibili a progetti che possano ostacolare la nostra strada», ha dichiarato il banchiere. Escluso anche un interesse per Mps : «Non credo che in questo momento Mps sia un target accessibile per il nostro gruppo». Dopo l’acquisizione di Unipol Banca e della quota di minoranza del Banco di Sardegna , Bper è insomma focalizzata sul processo di integrazione che la impegnerà nei prossimi mesi. Senza considerare gli obiettivi del piano che ieri Vandelli e la sua squadra hanno presentato al mercato.
Il documento (elaborato dall’advisor Boston Consulting Group) prevede il raggiungimento di un utile netto da 450 milioni, un Rote al 10%, un Cet1 fully phased in al 12,5% (esclusi i benefici derivanti dal passaggio di Unipol Banca ai modelli interni), un rapporto cost/income inferiore al 59% e un npe ratio al 9%. La strategia si basa su tre pilastri: attenzione ai settori con significativo contenuto commissionale ed elevata marginalità, come bancassurance, wealth management, global advisory imprese e credito al consumo, riduzione dei costi e accelerazione del derisking. Gli obiettivi, ha spiegato Vandelli, saranno raggiunti anche grazie alle recenti operazioni straordinarie, a partire dall’acquisizione di Unipol Banca: beneficeremo delle «importanti trasformazioni del nostro modello di business, incentrato sulla capacità di soddisfare bisogni sempre più evoluti e integrati della clientela e da una forte azione di incremento dell’efficienza operativa e di semplificazione. Il nuovo piano, », ha concluso, «mira a consolidare uno sviluppo sostenibile a beneficio di tutti gli stakeholder permettendoci di guardare con fiducia alle prossime sfide da affrontare per l’ulteriore crescita del nostro gruppo». Su questa strategia inciderà anche l’alleanza con Unipol che oggi è primo azionista del gruppo al 15%, con la facoltà di salire al 19,9%: «I rapporti con il gruppo Unipol li considero e sono positivi. Penso sia importante avere un grande socio che ha un profilo di carattere industriale come Unipol accanto a un altro socio, la Fondazione Sardegna».
Se l’acquisizione di Unipol Banca ha ulteriormente rafforzato questa alleanza, il vertice di Bper non si aspetta novità nella governance o un ingresso di rappresentanti di Bologna nel board: «Penso ci sarà un naturale esaurimento del periodo di carica di questo consiglio. Nella prossima tornata ci sia qualcosa di diverso, ma spetta ai soci», ha spiegato Vandelli ricordando che lo scorso anno Unipol ha deciso di non avere rappresentanti in consiglio. «Il tempo passa molto in fretta. Credo si possa ipotizzare una fine naturale di questo cda, poi sono i soci che sono i titolari di queste decisioni». Sui prossimi passi il Vandelli è stato chiaro: Bper prevede di «cedere» uno, al massimo «altri 2 miliardi circa di Npl al 2021. Questo oltre al miliardo» già previsto con l’operazione di acquisizione di Unipol Banca. L’istituto è anche al lavoro sugli Utp e non si attende impatti significativi dall’Addendum Bce. (riproduzione riservata)
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