Dopo l’incidente dell’Ethiopian Airlines. Analisi in corso
di Ettore Bianchi
Boeing è in crisi, macchiata la sua immagine, sospese le consegne del 737 Max dal 14 marzo. Il colosso dell’industria aeronautica americana rischia la catastrofe secondo quanto ha riportato Le Figaro, se si pensa che è proprio alla consegna che le compagnie aeree pagano fra il 70 e l’80% dell’aeromobile ordinato. Dopo il disastro aereo dell’Ethiopian Airlines, tra le 47 compagnie che hanno già ricevuto l’aeromobile finito nel mirino, alcune vogliono chiedere un indennizzo al costruttore Usa perché non possono far volare i 737 Max, diventati solo un costo dopo i divieti decisi da molti paesi.
È inchiodata a terra, fino a nuovo ordine, la flotta intera dei 737 Max, 371 velivoli in servizio nel mondo, che complessivamente secondo alcune stime, trasportano all’incirca 360 mila passeggeri al giorno. Tuttavia, Boeing continua la produzione dell’areomobile al ritmo di 52 esemplari al mese, secondo le cifre riportate da Le Figaro. Il 15 marzo, Boeing ha annunciato l’aggiornamento del software del proprio 737 Max nelle prossime settimane, che riguarderà, in particolare, i sistemi di controllo di volo e gli schermi dei piloti.
Boeing è stato costretto a sospendere sine die le consegne del proprio 737Max, finito sotto la lente dopo lo schianto del velivolo dell’Ethiopian Airlines, domenica 10 marzo, pochi minuti dopo il decollo da Addis Abeba, che ha provocato la morte di tutte le 189 persone che si trovavano a bordo, tra passeggeri e membri dell’equipaggio. È stato il secondo incidente in meno di sei mesi: a ottobre un 737 Max 8 della compagnia indonesiana Lion Air ugualmente era precipitato in mare qualche minuto dopo il decollo, uccidendo 189 persone.
Il modello 737 Max è la quarta versione modernizzata del best-seller di Boeing, l’aereo più venduto di tutti i tempi con più di 12 mila velivoli dal lancio negli anni Sessanta. Il 737 Max rappresenta il 60% della cifra d’affari e oltre un terzo dei ricavi del ramo aviazione commerciale di Boeing e ne sono stati ordinati 5 mila mila da 106 compagnie aeree. La Cina, che conta un terzo dei 371 Boeing 737 Max in servizio nel mondo, l’11 marzo, all’indomani della tragedia in Etiopia, per prima ha deciso di sospendere i voli del Boeing 737 Max 8 senza attendere la decisione delle autorità per la sicurezza aerea americane (Faa) e europee (Easa). Il 13 marzo anche gli Usa ne hanno deciso lo stop a scopo precauzionale.
Molti piloti e specialisti dell’aeronautica hanno rilevato che né Boeing, né la Faa e l’Easa hanno reso obbligatoria la formazione alle nuove procedure introdotte sul 737 Max, secondo quanto ha riportato Le Figaro. Già alla fine del 2018 alcuni piloti avevano riscontrato problemi legati a dati erronei trasmessi da un sensore al computer di bordo, secondo il quotidiano francese, e Boing aveva diramato parecchi bollettini per ricordare la procedura di ripresa di pilotaggio manuale dall’aereo in questo caso. L’auspicio, ha scritto Le Figaro, è che la causa dei due incidenti sia stabilita rapidamente e che Boeing rimedi al problema molto alla svelta.
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