di Valerio Stroppa

La detassazione dei redditi finanziari derivanti dai Pir fa aumentare la convenienza dell’investimento tanto più questo viene mantenuto. Ma i costi totali connessi all’apertura e alla gestione di un Pir potrebbero azzerare o addirittura superare i vantaggi fiscali, rendendo quindi obbligatoria una valutazione caso per caso da parte del risparmiatore. È quanto evidenzia la Fondazione nazionale commercialisti, che ha pubblicato ieri un documento di ricerca sui piani individuali di risparmio (Pir). La materia è stata recentemente oggetto dei chiarimenti dell’Agenzia delle entrate con la circolare n. 3/E del 2018, che ha delineato i profili soggettivi e oggettivi della detassazione prevista dalla legge n. 223/2016 su tali «contenitori» finanziari (si veda ItaliaOggi del 27 e 28 febbraio scorsi). Per i piani di risparmio che rispettano i requisiti fissati dalla normativa, sia nella durata dell’investimento (holding period minimo di cinque anni), sia nei vincoli di composizione e di concentrazione degli asset sottoscritti, è prevista l’esenzione da ritenute e imposte sostitutive su dividendi, interessi e capital gain. Dal punto di vista strettamente operativo, quindi, «la convenienza per un investitore può essere quantificata piuttosto agevolmente» sottolinea la Fnc. Ipotizzando di investire 30 mila euro all’anno per cinque anni, fino a raggiungere il limite di legge di 150 mila euro, e un rendimento annuo del 2,5%, «dopo dieci anni l’utile atteso sarebbe pari a 32.878 euro e il risparmio conseguibile in termini fiscali pari a 8.547 euro di tasse (aliquota 26%), pari al 5,7% del capitale investito», evidenzia il documento. L’effetto sul capitale della mancata tassazione diventa quindi sempre più rilevante col passare del tempo, raggiungendo l’11% del capitale dopo vent’anni. Tuttavia, i calcoli di convenienza dei Pir devono essere operati in primis confrontando i rendimenti «con gli impieghi alternativi che un investitore può potenzialmente individuare». Ma soprattutto, conclude la ricerca, la valutazione complessiva soggiace all’analisi dei costi associati ai Pir.
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