di Andrea Pira
Gli italiani hanno grande consapevolezza del rischio di un evento catastrofale, come un terremoto. Tuttavia la percezione di poterne essere esposti in prima persona è ancora bassa. E se e ci si concentra sulla consapevolezza dell’offerta assicurativa «lo scenario è anche più sconfortante», sottolinea Daniela D’Andrea, ceo per l’Italia del gruppo Swiss Re, che nel 2017 ha sostenuto persone e aziende con risarcimenti nell’ordine di 4,7 miliardi di dollari. Da un’indagine commissionata dalla multinazionale della riassicurazione a Nielsen emerge che spesso l’assicurato «crede» che il rischio terremoto sia incluso nella sua polizza a protezione della casa oppure non è a conoscenza dell’argomento. Secondo lo studio, le polizze anticatastrofali in Italia hanno una penetrazione del 7%, che sale al 28% nel caso siano prese in considerazione polizze già attive sulle abitazioni. La percentuale contraddice i dati sulla consapevolezza del rischio «costante» rappresentato dalle catastrofi naturali nella Penisola.
«Gli italiani hanno poche e semplici richieste: chiarezza nella definizione delle coperture, sicurezza nella prestazione e soprattutto velocità di erogazione dell’indennizzo», aggiunge D’Andrea, «i finanziamenti pubblici per la ricostruzione hanno indotto in passato i cittadini a ritenere di aver diritto a un risarcimento, demotivando la prevenzione individuale. Purtroppo nelle realtà i tempi di consegna di un alloggio provvisorio sono ancora lunghi e il percorso dei finanziamenti molto complesso». Una spinta al comparto potrebbe arrivare dall’introduzione della detraibilità al 19% del premio per i rischi catastrofali e dall’eliminazione dall’imposta al 22,25% decisa con la manovra 2018. «Forse è presto per fare previsioni, ma sembra che ci siano le premesse per una maggiore penetrazione a un mercato che in Italia non è ancora decollato sia perché la rischiosità del territorio rende le coperture impegnative sia per la difficoltà a raggiungere una massa critica oltre le zone ad alto rischio».
Va comunque considerato che almeno un italiano su due si è detto disponibile a sottoscrivere la polizza. Gli ostacoli restano il prezzo e l’idea che i danni colpiranno qualcun altro. Altra evidenza emersa: la scelta della compagnia è marginale, tant’è che l’87% degli assicurati contro terremoti o inondazioni si è protetto contestualmente al mutuo Gli incentivi dovrebbero consentire di offrire le polizie a prezzi più contenuti e rivitalizzare attività di marketing mirate, spiega ancora la top manager ancora nell’aggiunge che Swiss Re assiste a crescenti richieste di sostegno riassicurativo. «Siamo pronti a contribuire anche a soluzioni che possano rafforzare la resistenza del Paese e trasferire parte del rischio dal pubblico al privato», conclude, «la nostra strategia è sostenere la solidità finanziaria del mercato assicurativo anche attraverso un cambio di paradigma e l’innovazione tecnologica. (riproduzione riservata)
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