di Stefano Caiazzo
A Tempe, in Arizona, ieri un’auto a guida autonoma di Uber, società americana di servizi di trasporti, ha investito una donna (deceduta in seguito alle lesioni riportate) mentre questa stava attraversando la strada al di fuori delle strisce pedonali. Nel momento dell’incidente al volante c’era un uomo che aveva inserito la guida automatica. Dovrebbe trattarsi, in assoluto, del primo caso di un pedone ucciso da un’auto a guida autonoma. Poche settimane fa il governatore repubblicano dell’Arizona Doug Ducey aveva dato il via libera alla circolazione sulle strade pubbliche delle auto condotte dall’intelligenza artificiale, anche senza un tecnico a bordo pronto a prendere i comandi in caso di necessità. A differenza di quanto avviene in California, inoltre, nello Stato del Grand Canyon le società possono ora agire senza dover chiedere un permesso specifico. Unica condizione è che siano rispettati gli standard già fissati in termini di sicurezza sia a livello federale che locale. Uber ha dichiarato che la compagnia «collabora pienamente» con le autorità locali e il ceo Dara Khosrowshahi (succeduto a Travis Kalanick ad agosto del 2017) ha espresso cordoglio per la famiglia della vittima. L’unicorno (società non quotata valutata più di 1 miliardo di dollari) ha sospeso i test delle sue auto a guida automatica a Tempe, Pittsburgh, San Francisco e Toronto. La riapertura dopo tre anni delle operazioni di Uber a Barcellona, intanto, ha suscitato proteste da parte dei tassisti locali. (riproduzione riservata)
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