Tra i Paesi occidentali con i quali è possibile fare un confronto, l’Italia risulta tra quelli in cui i cittadini storicamente hanno una minore esposizione nei confronti degli Istituti di Credito. A questo riguardo, i dati relativi all’anno 2017 mostrano, a livello nazionale, un indebitamento residuo – inteso come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare per estinguere i contratti in essere – pari a € 33.835 Euro (-1,8% rispetto al 2016), in virtù di un peso ancora rilevante dei mutui ipotecari, che continuano ad avere un’incidenza significativa nel portafoglio delle famiglie.

Complessivamente, per i contratti di credito rateale attivi la rata mensile rimborsata a livello pro-capite è stata pari a 355 Euro (-1,5% rispetto all’ anno precedente).

“Pur mantenendosi pressoché stabili sia la rata media, sia l’indebitamento residuo, l’allargamento della platea dei cittadini che si rivolgono alle aziende di credito per finanziare i propri consumi o per l’investimento sulla casa (in crescita del +4,9% rispetto all’anno precedente) mostra una elevata sostenibilità finanziaria complessiva, con gli indicatori di rischiosità per il credito alle famiglie che risultano in costante contrazione” – commenta Beatrice Rubini, Direttore della linea Mister Credit di CRIF.

Queste le principali evidenze che emergono dallo studio sull’utilizzo del credito da parte degli italiani realizzato da Mister Credit – l’area di CRIF che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori – partendo dall’analisi dei dati disponibili in EURISC – il sistema di informazioni creditizie gestito da CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie. Nello specifico, lo studio si propone di fornire periodicamente una fotografia dei principali indicatori relativi all’utilizzo del credito rateale da parte dei consumatori italiani, evidenziando le principali differenze a livello territoriale relativamente alla composizione dell’esposizione nei confronti degli Istituti di credito. I dati di dettaglio relativi alle singole province e la nota metodologica sono pubblicamente consultabili sulla Mappa del Credito, uno strumento interattivo raggiungibile alla pagina http://www.mistercredit.it/informati/mappa-credito.

Quali sono le forme di finanziamento più diffuse tra gli italiani?

Per quanto riguarda la tipologia dei finanziamenti presenti all’interno del portafoglio delle famiglie, l’analisi condotta da Mister Credit mostra al primo posto, ancora una volta, i prestiti finalizzati destinati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc. che hanno un peso in termini di numerosità pari al 43,6% del totale (+0,8% rispetto all’anno precedente). Al secondo posto troviamo i prestiti personali, che si legano alla rinnovata progettualità delle famiglie nel nuovo contesto di progressivo miglioramento del quadro economico generale, con una incidenza pari al 34,0% (+0,1%).

Infine, la componente dei mutui per acquisto di abitazioni, che si caratterizzano per una incidenza del 22,4% sul totale. Il dato relativo ai mutui è emblematico dell’importanza che la proprietà della casa ancora riveste nel nostro Paese, confermata anche dal fatto che rappresenta oltre la metà della ricchezza totale delle famiglie e che la quota di italiani che vivono in un’abitazione di proprietà si attesta intorno all’80%, decisamente più elevata rispetto ai principali Paesi europei.

“Indubbiamente nel corso del 2017 il comparto dei mutui e dei prestiti ha beneficiato di un costo del denaro ancora basso, che ha determinato tassi di interesse applicati estremamente appetibili per i consumatori. Al contempo, il progressivo miglioramento delle condizioni economico-finanziarie delle famiglie, in virtù di un mercato del lavoro in ripresa e dell’aumento del reddito disponibile, ha favorito l’irrobustimento della domanda di credito per sostenere progetti di spesa sovente rinviati durante gli anni precedenti. Lo scenario che si sta delineando in questo inizio d’anno lascia prevedere che anche nel 2018 i flussi di nuovi crediti continueranno a crescere, grazie a un’elevata sostenibilità del debito e a tassi di rischiosità destinati a ridursi ulteriormente” – aggiunge Beatrice Rubini.

La distribuzione della tipologia di contratti di credito per regione

Relativamente alla distribuzione delle diverse tipologie di contratti di credito all’interno del portafoglio delle famiglie, per quanto riguarda i mutui l’incidenza più elevata è risultata essere quella dei Friulani, con il 31,4% dei contratti di credito attivi, seguiti dai Lombardi con il 27,1% e dagli Emiliani con il 27%. Agli ultimi posti della graduatoria, tutte al di sotto della media nazionale, si collocano invece regioni del Sud e Isole, in particolare la Calabria, la Sardegna e la Campania, rispettivamente con il 14,5%, il 15,7% e il 16,2% del totale. Questo dato non sorprende in quanto, per un investimento importante come quello per l’acquisto di un’abitazione, in molte aree del Paese tradizionalmente la prima fonte di supporto è rappresentata dalla cerchia famigliare o amicale tale per cui la richiesta del mutuo non sempre risulta indispensabile.

Relativamente alla forma tecnica dei prestiti personali, invece, l’incidenza più elevata è quella riscontrata in Molise, con il 39,3%, davanti alla Basilicata, con il 37,5%. Marche, Trentino-Alto Adige, Toscana e Lombardia mostrano invece un’incidenza decisamente inferiore alla media nazionale.

Infine, per quanto riguarda i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, sono i cittadini della Calabria e della Campania a mostrare l’incidenza più elevata all’interno del proprio portafoglio, rispettivamente con il 51,9% e il 49,2% del totale, in virtù del minor peso delle altre forme tecniche di credito. All’estremo opposto della classifica troviamo invece i Friulani, con una quota pari solamente al 36,1% del totale.

L’importo della rata media mensile pro-capite nelle regioni italiane

Le regioni in cui i cittadini ogni mese sostengono la rata media più elevata sono risultate essere il Trentino-Alto Adige, con 415 Euro, la Lombardia e il Veneto (entrambe con 401 Euro). Seguono la Toscana e l’Emilia-Romagna, entrambe con 380 Euro.

“Per interpretare questa dinamica va però considerato che in queste regioni, in primis la Lombardia, si rileva una elevata incidenza dei mutui, che si caratterizzano per un importo da rimborsare decisamente più elevato rispetto alle altre forme tecniche considerate, senza dimenticare che spesso il valore degli immobili risulta mediamente più consistente. Inoltre, in queste regioni il reddito disponibile risulta sovente più elevato della media nazionale e, di conseguenza, i consumatori possono permettersi di rimborsare una rata più elevata senza intaccare il livello di sostenibilità finanziaria” – commenta Beatrice Rubini.

Specularmente, è al Sud e nelle Isole che troviamo le rate medie mensili più leggere, soprattutto in Sardegna, dove si attestano a 299 Euro, in Calabria (con 301 Euro) e in Sicilia (con 312 Euro) in virtù della maggiore incidenza dei prestiti finalizzati, che per natura hanno un importo più contenuto soprattutto quando riconducibili ad acquisti di beni non durevoli, a scapito della più modesta incidenza dei mutui.

Inoltre, va sottolineato come nell’anno 2017 la rata media rimborsata ogni mese risulti in calo rispetto all’anno precedente in tutte le regioni del Paese con le sole eccezioni del Trentino Alto Adige (dove rimane invariata), la Campania e la Basilicata (in crescita rispettivamente del +0,1% e del +1,5%).

Il debito residuo ancora da rimborsare per regione

Analogamente a quanto evidenziato a proposito della rata media mensile, anche per quanto riguarda il debito residuo ancora da rimborsare troviamo la Lombardia al primo posto del ranking nazionale, con 42.644 Euro pro capite, seguita dal Trentino-Alto Adige, con 41.709 Euro. Anche Emilia Romagna e Veneto si caratterizzano per un’esposizione residua intorno ai 39.000 Euro. Nel complesso in tutte queste regioni si evidenzia una elevata incidenza dei mutui nel portafoglio.

All’estremo opposto della classifica, con soli 22.224 Euro i cittadini della Calabria risultano avere un debito residuo pari quasi alla metà di quello dei Lombardi. Per altro, solamente in Calabria e in Sicilia il valore che rimane ancora da rimborsare per estinguere i finanziamenti in corso risulta inferiore ai 25.000 Euro.

Nel complesso, rispetto all’anno precedente si registra un incremento del debito residuo solamente in Trentino Alto Adige (+1,9%), Basilicata 8+0,8%) e Valle d’Aosta (+0,3%).

 “Dall’aggiornamento della Mappa del Credito è possibile trarre una fotografia puntuale e dettagliata della propensione degli italiani a fare ricorso al credito per finanziare l’acquisto di un’abitazione o le proprie spese correnti, in grado di aiutare a comprendere meglio la dinamica in atto nelle diverse aree del Paese – conclude Beatrice Rubini -. Per altro, la Mappa del Credito si propone di essere uno strumento gratuito e di facile consultazione anche per i consumatori, rendendo possibile il confronto con la propria situazione personale, determinata ovviamente da fattori soggettivi quali il reddito complessivo, le prospettive ed esigenze specifiche.”