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Le classifiche dei primi 20 broker in Italia.
Per quanto riguarda i ricavi troviamo al vertice i primi 3 leader mondiali

Autore: Fausto Panzeri
ASSINEWS 295 – marzo 2018

Per poter comprendere la situazione di qualsiasi settore economico è necessario poter disporre dei dati di bilancio di molti operatori di quel settore. Non solo per ottenere valide statistiche, ma per elaborare, con adeguate serie storiche, le tendenze che si stanno palesando e le probabili evoluzioni degli anni futuri. Da molti anni le compagnie di assicurazione, anche a seguito di cogenti disposizioni legislative, si sono adeguate a questi obblighi informativi e non si sottraggono alle richieste di dati effettuate da analisti del settore assicurativo e giornalisti specializzati. Il discorso si fa più complesso quando analoghe informazioni vengono richieste agli intermediari assicurativi e alle loro associazioni di categoria che, nella maggior parte dei casi, non sarebbero comunque in grado di dare risposte. Con la conseguenza che, al di là di pochi studi redatti da società di consulenza o promossi dalle associazioni, il materiale su cui si potrebbero elaborare analisi serie scarseggia davvero.

A mero titolo aneddotico citerei, scusandomi della personalizzazione, la risposta che mi venne dal capo Ufficio Stampa di uno dei maggiori broker internazionali a cui avevo richiesto il bilancio della società italiana. Ricordo il suo sguardo che oscillava tra lo stupore e una quasi indignazione poiché quei dati erano “… Riservati esclusivamente ai soci”. La cosa più amena è che i dati da me richiesti erano comunque inseriti nel bilancio della casa madre americana che ce li fece pervenire tempestivamente e “With compliments”! Il bello è che tutti i bilanci (non solo quelli broker) degli operatori in forma societaria sono pubblici e depositati nelle Camere di Commercio nelle quali è ubicata la sede e sono pertanto visibili da qualsiasi interessato che li richiedesse alla Camera di Commercio stessa. Ci pare comunque assai difficile per le società di intermediazione richiedere a gran voce trasparenza dei comportamenti e rispetto della professione e ritenere, al tempo stesso, che i dati della loro attività economica non siano parimenti noti e trasparenti.

Questa nostra considerazione riguarda ovviamente le società che abbiano raggiunto una dimensione significativa e non riguarda le aziende unipersonali o gli studi di modeste proporzioni poiché questi soggetti, di norma, non partecipano a gare pubbliche e non hanno accesso diretto al Lloyd’s Market. Abbiamo comunque provveduto a recuperare un certo numero di bilanci del 2016 grazie ai quali abbiamo predisposto due tabelle che pongono in evidenza i risultati delle prime 20 società in termini di ricavi e utili correlati. Ci pare opportuno segnalare che i dati potrebbero non essere del tutto omogenei in particolare per i broker di grandi dimensioni (Marsh – AON – Willis) poiché in taluni casi potrebbero essere consolidati o meno i risultati delle imprese controllate. 

Ricordiamo altresì che la voce ricavi non è determinata esclusivamente dalle provvigioni ricevute dalle imprese, ma comprende anche i ricavi da consulenza e soprattutto per i broker “comparatori” altre significative componenti di ricavi. I dati comunque ci paiono molto interessanti e in taluni casi sorprendenti. L’analisi della classifica per ricavi fa emergere le posizioni di leadership della Marsh SpA, che nell’ultimo bilancio disponibile (31/12/2015) palesa entrate per 248,6 milioni. A ridosso di Marsh troviamo AON, che al 31/12/2016, realizza ricavi per 166,6 milioni. Va, però, sottolineato che al quarto posto si posiziona AON Benfield Italia che è interamente posseduta dalla stessa holding, che ha superato i 47 milioni di ricavi. Al terzo posto troviamo Willis con 66 milioni di ricavi. Va sottolineato che questi 3 broker sono altresì leader del brokeraggio a livello mondiale. Per quanto riguarda i broker Facile.it (quinto) e Cercassicurazioni.it (dodicesimo), ricordiamo che queste società si presentano ai potenziali clienti online come comparatori delle tariffe praticate dalle varie imprese e si sono specializzati in prodotti di facile lettura e immediata comparazione quali le polizze auto o i mutui immobiliari. Il primo broker italiano, in termini di fatturato, è Assiteca SpA, controllata dalla Lucca’s Srl. L’azienda è presieduta da Luciano Lucca che può vantare una pluriennale esperienza nel settore del brokeraggio.

Come si può rilevare le società di brokeraggio che superano i 10 milioni di ricavi sono soltanto 12, a fronte di oltre 1.200 operatori. È indubbio che a fronte di ricavi importanti si accompagnano utili significativi, ma non è detto che la percentuale degli utili sul fatturato sia simile fra i vari operatori. Queste differenze, in taluni casi molto rilevanti, derivano da politiche commerciali e gestionali assai differenziate, dalla tipologia dei rischi assunti e dalle modalità di acquisizione dei clienti.

Nella tabella qui sopra evidenziamo la classifica in base agli utili delle prime 20 società di brokeraggio operanti in Italia. Gli utili sono quelli conseguiti al lordo delle imposte societarie. Viene, inoltre, indicato il rapporto tra utili lordi e fatturato, che, come dianzi accennato, è assai differenziato tra le società oggetto di quest’analisi. Diversi anni fa gli analisti americani ritenevano, per le aziende di brokeraggio, eccellente un rapporto del 30% degli utili lordi sul fatturato. Questo rapporto da anni sta diminuendo, poiché sono notevolmente aumentati gli adempimenti legislativi in tema di compliance e governance per tutti gli operatori del settore.

La classifica, comunque, riserva talune sorprese! A contendersi la supremazia sul mercato sono sempre Marsh e AON, che, se si tiene conto anche di AON Benfield e Guy Carpenter (Gruppo Marsh) assegna il podio più altro al Gruppo AON. Willis, che ha sempre detenuto la terza posizione, lascia, invece, il terzo posto alla italianissima Assigeco che con 4.741 milioni di utile realizza una performance di tutto rispetto. La società, interamente posseduta dalla famiglia Rosa e guidata da Osvaldo Rosa, opera da circa trent’anni e ha maturato una crescita costante sia in termini di fatturato che di utili, palesando al contempo un elevato grado di patrimonialità ed efficienza gestionale. Eccellenti anche le performance di Assiteca, Cambiaso Risso e Mansutti SpA, che vedono così premiata una costante e professionale presenza sul mercato.

Giova comunque ricordare che le società di brokeraggio che possono vantare utili di bilancio superiore al milione di euro sono in tutto una trentina e rappresentano, pertanto, poco più del 2% degli operatori italiani. Sarà interessante osservare, alla luce dei risultati del 2017, le variazioni che certo non mancheranno nei bilanci dei broker per meglio comprendere l’evoluzione di un settore, assai rilevante per la distribuzione dei servizi assicurativi nei rami danni.