di Maicol Mercuriali
Non solo smog. Se parli di inquinamento non c’è solo quello atmosferico. Polveri sottili, anidride carbonica e altre sostanze minacciano la salute dell’uomo, ma anche il rumore che c’è nelle città non è certo un toccasana per le persone che quotidianamente ci vivono.
Nei giorni scorsi, in occasione del World hearing day (la giornata mondiale dell’udito che si è celebrata giovedì scorso), è stato pubblicato uno studio sull’inquinamento acustico che mette in relazione questo fenomeno alla perdita di udito.
E se la Cina balza all’onore delle cronache per le città immerse nello smog, anche sul fronte dell’inquinamento acustico resta in vetta alle classifiche. È infatti la città cinese di Guangzhou, più conosciuta dalle nostre parti come Canton, nella costa meridionale della Repubblica popolare ad avere la più alta rumorosità del pianeta. A seguire Nuova Delhi in India, Il Cairo in Egitto e Istanbul in Turchia.
A stilare la graduatoria è stata la Mimi hearing technologies, una società tedesca che ha monitorato i decibel in 50 grandi città del mondo, coinvolgendo in questa ricerca circa duecentomila persone attraverso una App con cui, col proprio telefonino, si poteva testare l’udito in ambiente urbano. Sono stati così raccolti i dati suddivisi per sesso, età e zona geografica. Lo studio è stato condotto assieme all’ospedale universitario della Charité di Berlino, uno dei più importanti policlinici d’Europa.
Le città con meno inquinamento acustico a livello globale sono Zurigo in Svizzera, Vienna in Austria, Oslo in Norvegia e Monaco in Germania. E qui è stata registrata anche la più bassa incidenza di problemi di udito. Certo, la rumorosità di un’area urbana non è l’unico fattore che può incidere sul buon funzionamento delle nostre orecchie e la perdita di udito può essere causata anche da infezioni e malattie, tuttavia i ricercatori hanno individuato una relazione tra i due fenomeni, come ha spiegato Henrik Matthies, amministratore delegato di Mimi hearing technologies, all’Agenzia France presse.
Tra le città prese in esame ci sono anche Roma e Milano. La capitale italiana si piazza in trentaseiesima posizione (considerando Zurigo in prima posizione), mentre Milano al diciottesimo.
Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità, la perdita di udito non trattata ha un impatto economico importante: si parla di 178 miliardi di euro in Ue e 21 miliardi in Italia. «La cifra impressiona, ma non deve sorprendere», ha spiegato Carlo Antonio Leone, presidente della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale. «I problemi dell’udito rendono difficile comunicare e possono favorire l’isolamento e la depressione, determinando così anche un possibile aumento del consumo dei farmaci antidepressivi».
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