di Giovanni Galli

Strutture sanitarie in chiaro. Saranno, infatti, obbligate a pubblicare una relazione semestrale consuntiva sulle proprie attività nel caso di eventi avversi verificatisi al proprio interno. Non solo. Le direzioni sanitarie delle strutture entro sette giorni dalla presentazione della richiesta da parte degli interessati, avranno l’obbligo di fornire, preferibilmente in formato elettronico, la documentazione sanitaria disponibile relativa al paziente. Sempre per le strutture, inoltre, previsto l’obbligo di assicurazione a cui farà da sponda l’istituzione di un fondo di garanzia a favore del soggetto danneggiato da responsabilità sanitaria. Queste alcune delle novità contenute nel ddl sulla responsabilità professionale in campo sanitario approvato, ieri, in via definitiva dall’Aula della camera (si veda ItaliaOggi del 12/1/2017). Testo, la cui colonna portante è la previsione in base alla quale la responsabilità penale di medici e infermieri sarà definitivamente esclusa nei casi in cui i professionisti dimostrino di essersi attenuti alle linee guida. Queste ultime, inoltre, non saranno più redatte solo dalle società scientifiche, ma anche da enti e istituzioni e associazioni tecniche-scientifiche delle professioni sanitarie stesse. Non solo professionisti e strutture sanitarie. Il testo, infatti, chiama in causa anche le regioni che potranno affidare all’ufficio del difensore civico la funzione di garante per il diritto alla salute e disciplinarne la struttura organizzativa e il supporto tecnico. Soddisfazione per l’approvazione del testo è stata espressa dal ministro della salute Beatrice Lorenzin, ad avviso della quale «dopo il patto per la Salute, i nuovi Lea e il Piano nazionale vaccini l’approvazione della legge sulla Responsabilità professionale rappresenta un ulteriore tassello di una grande stagione riformista per il servizio sanitario nazionale. Il provvedimento, frutto di un lungo lavoro durato più di tre anni», ha precisato il Ministro, «garantisce da un lato il diritto del cittadino ad essere risarcito in caso di errore medico e al contempo garantisce al medico di poter lavorare in serenità e quindi di non temere nel compiere interventi che possono salvare la vita delle persone, che questi possano essere trasformati in occasioni di denuncia». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il relatore del ddl Federico Gelli (Pd). «L’assenza di un chiaro inquadramento legislativo sulla responsabilità professionale ha tolto in tutti questi anni serenità a medici e professionisti e, soprattutto», ha proseguito Gelli, «ha comportato come ricaduta l’enorme costo della medicina difensiva che pesa sul nostro sistema sanitario. Con questa legge abbiamo regolamentato l’attività di gestione del rischio sanitario, prevedendo che tutte le strutture attivino un’adeguata funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio».
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