di Anna Messia
Il risultato netto di Sace è stato in chiaroscuro nel 2016. L’utile netto è risultato infatti pari a 303,5 milioni, in calo del 25% rispetto al 2015 per effetto della contrazione del risultato delle gestione finanziaria (in linea con l’andamento dei mercati) e del forte ulteriore rafforzamento delle riserve tecniche (aumentate del 12%). Mentre il Roe (return on equity) si è attestato a 6,7%. Ma l’utile netto consolidato del gruppo guidato da Alessandro Decio, calcolato secondo i principi IFRS-IAS, è risultato invece pari a 481,9 milioni di euro, in aumento 56% rispetto all’anno precedente. Il dato che più sorprende è però l’incremento delle risorse mobilitate. I dati 2016 approvati ieri dal consiglio di amministrazione presieduto da Beniamino Quintieri, hanno evidenziato che lo scorso anno Sace ha incrementato significativamente il sostegno alle attività di export e internazionalizzazione delle imprese italiane, mobilitando risorse per 22,4 miliardi di euro.
Si tratta del livello più alto nella storia della Società, in crescita del 30% rispetto al 2015. «Sono risultati importanti raggiunti in uno scenario complesso, con cui Sace dimostra di saper coniugare il crescente impegno al fianco delle imprese a una grande solidità patrimoniale e buoni livelli di redditività», ha commentato Decio aggiungendo che i risultati 2106 superano in tutte le dimensioni gli obiettivi del piano industriale. Numeri raggiunti «grazie al contributo di tutte le società operative, alle sinergie con la capogruppo Cassa Depositi e Prestiti», ha detto. L’operatività a sostegno di esportazioni ha generato in particolare oltre la metà delle risorse complessivamente mobilitate (11,6 miliardi), con una crescita del 42% rispetto al 2015. Particolare dinamismo è stato registrato in mercati ad alto potenziale, tra cui spiccano gli Stati Uniti, geografie emergenti come Russia, Brasile, Messico, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, e destinazioni di frontiera come Kenya e Camerun. Le attività a sostegno dell’internazionalizzazione hanno mobilitato 2,2 miliardi, dei quali il 53% relativo a garanzie su finanziamenti erogati a imprese italiane per attività di sviluppo internazionale. (riproduzione riservata)
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