di Paola Valentini
Parte in positivo il 2017 per le reti di consulenti finanziari. I dati Assoreti segnalano una raccolta netta positiva pari a 2,3 miliardi di euro, in linea con il dato dello stesso mese del 2016 (2,5 miliardi di euro). Di questi 1,8 miliardi sono confluiti nel risparmio gestito, contro il rosso per 451 milioni del gennaio 2016, mentre 537 milioni di euro sono andati nel risparmio amministrato (erano 3 miliardi a gennaio 2016).
Nel risparmio gestito la raccolta netta realizzata attraverso la distribuzione diretta di quote di fondi è risultata positiva per 835 milioni. Nel comparto assicurativo/previdenziale i premi netti versati sono stati di 490 milioni con le polizze multi-ramo protagonoste per un valore pari a 384 milioni di euro. I volumi netti di raccolta delle gestioni patrimoniali individuali sono stati positivi per 487 milioni di euro: il 70,5% degli investimenti netti ha convolto le gestioni in titoli, per 343 milioni di euro, mentre il saldo delle movimentazione sulle gestioni in fondi è stato positivo per 144 milioni di euro.
Il contributo mensile delle reti al sistema di fondi aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, si è attestato quindi su un ammontare di 1,4 miliardi di euro, pari al 24,5% delle risorse nette totali confluite nel sistema fondi (5,7 miliardi di euro, in base ai dati Assogestioni pubblicati la scorsa settimana).
Quanto al risparmio amministrato Assoreti evidenzia che il saldo della liquidità è positivo per 337 milioni di euro, ma si attesta su volumi più contenuti rispetto a quanto osservato nell’ultimo trimestre del 2016. Solo nel mese di dicembre conti e depositi avevano raccolto oltre 3 miliardi su un totale del mese di 4,9 miliardi.
A fine mese i clienti primi intestatari dei contratti sono pari a 3,871 milioni.
Tra le singole società spicca Banca Generali , prima per raccolta nel mese con 460,4 milioni, segue il polo di Intesa Sanpaolo (Fideuram, Intesa Sanpaolo Private Banking e Sanpaolo Invest) con 381,3 miloni. Terzo il gruppo Azimut con 348 milioni poi Mediolanum (281 milioni) e Finecobank (275 milioni).
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