di Stefania Peveraro
Sbarcherà nelle prossime settimane alla Camera il testo del disegno di legge che vuole regolare il trattamento fiscale di operazioni finanziarie poste in essere osservando i principi della Sharia. Lo ha annunciato ieri Stefano Loconte (studio Loconte & Partners) in occasione del suo intervento al Turin Islamic Economic Forum, la più grande manifestazione a livello europeo in tema di finanza islamica.
A Loconte e a un gruppo di altri quattro esperti infatti poco più di un anno fa il presidente della Commissione Finanze della Camera, Maurizio Bernardo, aveva dato mandato di stilare una bozza di disegno di legge di integrazione organica del sistema tributario italiano, con l’obiettivo di eliminare distorsioni che rendono penalizzanti l’emissione e la sottoscrizione di titoli obbligazionari e prestiti nel rispetto della Sharia. Il tutto in linea con quanto già fatto da Regno Unito, Irlanda, Lussemburgo e Francia.
Loconte e gli altri esperti (Massimo Antonini dello studio Chiomenti; Marcello Priori e Francesco Perrini dell’Università Bocconi; Andrea Manzitti dello studio BonelliErede; Giuseppe Melis dell’Università Luiss) hanno consegnato a Bernardo il testo del ddl nei giorni scorsi. Bernardo andrà poi in cerca di altri firmatari della proposta di legge, che verrà infine depositata alla Camera e sottoposta al vaglio della Commissione competente.
Loconte ha spiegato a MF-Milano Finanza che il divieto di applicazione di interessi da parte degli investitori islamici «comporta un doppio trasferimento del bene». Un esempio? «Per permettere a una persona di fede islamica di comprare casa finanziandosi con un mutuo è necessario che la casa sia acquistata dalla banca e che questa la dia in affitto al cliente a un canone equivalente alla quota di capitale e interessi», ha risposto Loconte. «Si tratta di un contratto di affitto con riscatto, che con le attuali norme tributarie risulta troppo costoso perché comporta due compravendite tassate. Per rendere meno gravosa sul piano fiscale l’operazione ed equipararla all’equivalente strumento convenzionale è necessario quindi dare maggior rilievo alla sostanza dell’operazione considerata nella sua unitarietà piuttosto che alla forma». Per questo il ddl si sofferma sui quattro principali contratti di finanza islamica (compresa l’emissione di sukuk bond) e li adatta all’ordinamento italiano proponendo che ai fini fiscali ciascuna operazione sia trattata come un unico trasferimento.
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