E nuove organizzazioni come le op, ma aperte ai sindacati
di da Bruxelles Angelo Di Mambro
Semplificazione, soprattutto sullo sviluppo rurale, incentivi all’organizzazione e aggiornamento degli strumenti di gestione del rischio ammessi al sostegno pubblico sono tra gli elementi principali della proposta sulla miniriforma della Pac, il cosiddetto «pacchetto omnibus», presentato lunedì sera dall’eurodeputato Paolo De Castro alla Commissione agricoltura del Parlamento europeo, riunita in sessione straordinaria a Strasburgo.
Forse coscienti che potrebbe trattarsi dell’ultima occasione di inserire modifiche concrete all’assetto della politica agricola comune prima del 2020 (le elezioni Ue sono nel 2019), De Castro, il co-relatore tedesco Albert Dess e il francese Michel Dantin (che ha contribuito alla parte sulle misure di mercato) hanno il dichiarato obiettivo di «rendere più ambiziosa» la proposta della Commissione europea contenuta nell’omnibus, che in realtà nasce come bozza di revisione del bilancio Ue e contiene molti interventi su pezzi di legislazione diversi.
Il rapporto De Castro propone di mantenere lo status di «agricoltore attivo», che a causa di difficoltà di applicazione in parecchi paesi membri la Commissione avrebbe voluto sopprimere, come titolare del diritto a ricevere gli aiuti Pac. Per i piani di sviluppo rurale, ci sono misure per la semplificazione nel rapporto tra regioni e agricoltori e tra regioni e Bruxelles. Sul greening dei pagamenti diretti, che la Commissione non aveva modificato, si propone l’innalzamento da 10 a 15 ettari della soglia oltre la quale scattano gli obblighi di diversificazione. Per quanto riguarda la gestione delle crisi e, in generale, la posizione degli agricoltori nella filiera si invita la Commissione a presentare una proposta legislativa sulle pratiche sleali entro il 30 giugno 2018 e si punta a introdurre e riconoscere, accanto alle organizzazioni dei produttori (Op), la figura delle organizzazioni di contrattazione: gruppi di agricoltori o di organizzazioni agricole, anche appartenenti a settori diversi, che possono negoziare i prezzi con le altri parti della filiera, e hanno finalità come lo sviluppo delle competenze imprenditoriali e commerciali o la promozione. Infine, la gestione del rischio: si accoglie l’idea della Commissione di abbassare la soglia che innesca la possibilità di far ricorso al neointrodotto strumento di stabilizzazione del reddito per settore al 20% del calo di reddito rispetto alla media degli ultimi tre anni. Si estende l’applicabilità della stessa soglia a tutte le tipologie di strumenti di gestione del rischio già disponibili nei programmi di sviluppo rurale. Si ammette, infine, al sostegno pubblico anche un’assicurazione contro le perdite di reddito. Gli eurodeputati avranno fino al 21 marzo per presentare emendamenti al rapporto, «in modo da avviare i triloghi con Consiglio e Commissione europea a giugno», ha spiegato De Castro in una nota, «e giungere al voto finale a settembre/ottobre, permettendo così l’applicabilità della riforma da gennaio del prossimo anno».
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