Il tribunale civile di Genova ha rigettato per infondatezza il ricorso presentato da Amissima, società riconducibile ad Apollo Global Management che detiene circa lo 0,10% del capitale di Banca Carige. La quota, sottolinea Malacalza investimenti, era stata acquistata strumentalmente pochi giorni prima della presentazione del ricorso e attualmente ha un valore di circa 236 mila euro.
Amissima si era rivolta ai magistrati per chiedere la sterilizzazione dei diritti di voto di Malacalza perché, a suo dire, quest’ultima eserciterebbe il controllo su Carige senza avere richiesto le necessarie autorizzazioni.
Il giudice civile ha tuttavia dato ragione a Malacalza, che aveva subito ritenuto strumentale e temeraria l’azione legale intrapresa da Amissima in prossimità dell’assemblea dei soci Carige in programma il 28 marzo. Malacalza, quindi, potrà esprimere il proprio voto.
La società ha inoltre ricordato che Carige ha effettuato e deliberato in cda un’azione legale, a difesa di tutti i suoi soci, il 17 giugno 2016 nei confronti dell’ex presidente Cesare Castelbarco Albani e dell’ex a.d. Piero Montani, oltre che di alcuni soggetti del gruppo Apollo. Tale azione punta a «ottenere il risarcimento dei danni conseguenti alla cessione delle partecipazioni di Carige nelle compagnie di assicurazione».Dal canto suo, Amissima confida che dopo l’assemblea «le autorità di vigilanza e l’autorità giudiziaria accerteranno l’esistenza di un controllo non autorizzato da parte di Malacalza, nonostante la legge preveda espressamente che il controllo di una banca debba essere previamente autorizzato dalla Bce, e ciò a tutela degli interessi della banca, dei suoi azionisti di minoranza e degli altri stakeholders».
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