“Amissima non considera che sussistano in astratto motivi di litigiosità nei confronti della Banca, che è suo primario partner commerciale nella bancassurance. A livello operativo esiste invero un’eccellente cooperazione con risultati soddisfacenti per entrambe le parti nonostante la situazione di mercato difficile. Tuttavia, Amissima non può non censurare le gravissime accuse che sono state mosse contro di essa e contro Apollo tese a sostenere l’esistenza di una illecita collusione con il precedente management della Banca e addirittura di compiacenza con il regolatore. Per essere chiarissimi sul punto: se fosse minimamente vero quello che viene volgarmente scritto su Amissima e sugli altri soggetti ad essa collegati, bene farebbero gli azionisti a voler promuovere un’azione legale contro Apollo e Amissima”.
Sono le parole di Emanuele Rizzi, delegato di Amissima societá riconducibile ad Apollo Global Management che detiene circa lo 0,1% del capitale di B.Carige, che così ha aperto il suo intervento all’assemblea di Banca Carige, aggiungendo che “tuttavia il teorema alla base delle fantasiose tesi dell’azione giudiziale già promossa (peraltro senza previa autorizzazione) è inveritiero e totalmente privo di riscontri. Ed è intollerabile che l’organo gestorio di un prestigioso Istituto come Banca Carige possa muovere accuse contro Apollo e Amissima sulla base di mere presunzioni ed è gravissimo che gli azionisti non siano stati informati compiutamente delle conseguenze reputazionali e patrimoniali che le iniziative assunte comportano. Sebbene il corso della giustizia impiegherà tempo per accertare i fatti, non c’è dubbio che le azioni intentate dalla Banca verranno rigettate per assoluta temerarietà con grave responsabilità di chi tali azioni le ha volute promuovere”.
“Occorre dunque capire – ha aggiunto – come la Banca abbia potuto sostenere delle tesi accusatorie prive di fondamento con tanta superficialità. Basti pensare che Amissima è stata accusata di aver prelevato improvvisamente a fine 2015 circa 450 milioni di liquidità, ma che la Banca ha omesso di considerare che: tale liquidità non è stata prelevata, ma investita in titoli attraverso conti aperti presso Banca Carige; e che la Banca era stata avvertita con oltre un anno di preavviso dell’esigenza di investire tale liquidità a causa dell’entrata in vigore della nuova regolamentazione assicurativa Solvency II (che avrebbe imposto la riduzione e diversificazione delle giacenze liquide pena l’esigenza di un aumento di capitale nella misura di 1 a 1) mediante comunicazione scritta trasmessa allorquando le compagnie erano ancora possedute dalla Banca”.
“E’ poi – ha aggiunto – di tutta evidenza che gli eventi relativi alla sostituzione del precedente Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca e del precedente Amministratore Delegato sono strettamente legati all’offerta fatta da Apollo per rilevare gli NPL della Banca e sottoscrivere un aumento di capitale riservato che l’avrebbe portata a detenere una partecipazione di maggioranza e che aveva il solo torto di vedere Malacalza Investimenti passare dalla posizione di primo socio a quella di secondo socio della Banca. Infatti, non è un mistero che il soggetto che per primo si è mostrato fermamente contrario all’operazione NPL proposta da Apollo fu Malacalza Investimenti, cioè il socio della Banca che avrebbe perso la caratteristica di socio di controllo a seguito dell’operazione ventilata da Apollo. La causa avviata dalla Banca contro Castelbarco e Montani e verso Apollo e Amissima si inserisce quindi, a nostro avviso, in un contesto all’interno del quale il Consiglio di Amministrazione ha inteso proteggere il controllo del socio di maggioranza relativa, preferendo tutelare questo interesse rispetto a quelli più generali della Banca e dei suoi azionisti e stakeholders tutti”.
“Solo per futura memoria – ha proseguito – è utile ricordare che il nuovo Consiglio di Amministrazione espressione di Malacalza Investimenti ha respinto acriticamente (senza nemmeno discuterla) una proposta che avrebbe portato 1.250 milioni di euro alla Banca, incluso mediante un aumento di capitale di 550 milioni di cui Apollo garantiva la sottoscrizione integrale a valere su una capitalizzazione di mercato di Banca Carige di circa 500 milioni, cioè più del doppio di oggi.
L’accettazione di tale proposta avrebbe reso la Banca l’unica realtà bancaria italiana senza un problema di crediti in sofferenza e con una dotazione di capitale tale da fare della banca e di Genova un polo di aggregazione nel frammentato panorama bancario italiano. Oggi, a distanza di 12 mesi, il nuovo Consiglio di Amministrazione presenta invece un bilancio che registra una ulteriore perdita di 300 milioni e presenta un piano che chiede ai soci di sottoscrivere un nuovo aumento di capitale di 450 milioni, con la conseguenza – non esplicitata – che chi non seguirà tale aumento (e cioè non investirà nuove risorse finanziarie) vedrà sostanzialmente azzerata la propria partecipazione alla luce dell’attuale capitalizzazione della Banca di circa 220 milioni di euro. Siamo quindi davanti ad una situazione abnorme, dove per sviare l’attenzione sulla gravità delle scelte assunte dal Consiglio di Amministrazione al fine di proteggere il ruolo di azionista di controllo di Malacalza Investimenti si vuole addossare a terzi, cioè ad Amissima e Apollo, la responsabilità di scelte manageriali errate e condizionate da un troppo evidente conflitto di interesse del socio di maggioranza. Tutto ciò costituisce ad avviso di Amissima evidenza di una governance inadeguata, frutto di una situazione di controllo non autorizzato da parte del Regolatore, in frontale violazione della legge bancaria e in spregio ai più elementari principi di tutela del risparmio. Per quanto sopra Amissima Vita si asterrà dal votare sull’azione di responsabilità in questione e si vedrà costretta a difendere con forza la propria reputazione e i propri interessi in tutte le sedi opportune, sollecitando l’intervento dell’Autorità di Vigilanza per far dichiarare l’illegittimità dell’attuale organo gestorio della Banca.
“Il corso della giustizia impiegherà tempo ma non c’è dubbio che le azioni intentate dalla banca verranno rigettate per assoluta temerarietà. Bisognerà poi vedere come la banca avrà deciso di sostenere tesi assolutamente prive di fondamento”, ha detto ancora, aggiungendo che “è di tutta evidenza che la decisione della sostituzione del presidente e dell’amministratore delegato del precedente consiglio di amministrazione sono strettamente legate all’offerta di Apollo che aveva il solo torto di portare Malacalza da primo a secondo socio”.