Crédit Agricole potrebbe effettuare nuove acquisizioni in Italia dopo quella di Pioneer, rilevata da Uncredit attraverso la propria divisione di asset management Amundi. «Valutiamo aggiustamenti del nostro posizionamento, purché siano coerenti con le linee strategiche», ha annunciato il vice amministratore delegato, Xavier Musca, durante un evento a Milano. Musca ha tuttavia precisato che in Italia, a medio e lungo termine, «pensiamo a una crescita organica, migliorando le sinergie tra le varie strutture del gruppo».
In quale direzione potrebbero avvenire questi aggiustamenti l’ha poi spiegato l’a.d. di Cariparma, Giampiero Maioli: «Pensiamo al private banking e al retail banking. Valuteremo se ci saranno situazioni compatibili con il nostro piano industriale e le nostre linee strategiche. Non vogliamo rischi». Al momento, comunque, non vi sono dossier allo studio «per poter dire che domani effettueremo un investimento: siamo un gruppo che guarda al lungo periodo nel paese, questa è la nostra linea guida».
Qualcosa potrebbe avvenire anche nel credito al consumo, dove Crédit Agricole è presente attraverso la joint venture Agos Ducato con Banco Bpm, che vede i francesi al 61% e l’istituto guidato da Giuseppe Castagna al 30%. «Gli italiani in questo settore hanno già il 100% di Profamily, bisognerà capire le loro intenzioni», ha riferito l’amministratore delegato di Ducato, Dominique Pasquier. «Da parte francese c’è un’apertura totale per immaginare tutti gli scenari possibili».
Intanto l’operazione Pioneer verrà perfezionata alla fine del semestre, mentre la settimana prossima partirà l’aumento di capitale da 1,4 miliardi di euro. Viene inoltre confermato l’impegno a sottoscrivere i titoli del debito pubblico italiano, già molto presenti nelle masse gestite dal gruppo. «Abbiamo titoli per 50 miliardi di euro», ha precisato Maioli. «Significa che c’è totale fiducia in Italia, continueremo anche in futuro a sottoscriverne».
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