di Massimo Galli

Il Crédit agricole, presente in Italia con la filiale Cariparma, punta a espandersi proprio sul mercato italiano approfittando del contesto favorevole nel settore bancario. «Ci sono ancora del consolidamento e delle ristrutturazioni da fare nelle banche italiane», ha spiegato il vice amministratore delegato, Xavier Musca. «Per noi è un’opportunità perché questo vuol dire che ci sono delle parti del mercato da prendere in questo paese».

Il nuovo piano strategico dell’istituto francese prevede un riposizionamento sui mercati principali di Francia e Italia, dopo un’espansione all’estero che non ha dato i frutti sperati. La Banque Verte, pur non escludendo acquisizioni da parte della propria società di gestione del risparmio, Amundi, potrebbe snellire la sua presenza in paesi come l’Egitto, l’Arabia Saudita, il Marocco e l’Ucraina.

Quanto allo sviluppo, Crédit agricole punta sulle attività retail di Crédit lyonnais e di Cariparma per rafforzare la crescita. L’obiettivo è quello di concentrarsi su retail banking, asset management e assicurazioni. La banca parigina, seconda in Francia per attivi di bilancio, punta a raggiungere nel 2019 un utile netto di 4,2 miliardi di euro, a fronte dei 3,52 miliardi dell’anno scorso, grazie alla riduzione dei costi operativi e ad attività di cross-selling nei prodotti bancari. L’Agricole, che vuole raggiungere un Rote superiore al 10% entro il 2019, è da mesi sotto pressione per dimostrare di remunerare gli azionisti in modo stabile, in un contesto di mercati volatili e bassi tassi di interesse. Lo scorso mese è stata annunciata l’intenzione di cedere la partecipazione detenuta nella holding delle banche cooperative sue maggiori azioniste. Crédit agricole è controllata con il 56% circa del capitale da una holding di banche cooperative regionali, di cui a sua volta detiene il 25% messo in vendita. Tale iniziativa consentirà di semplificare la struttura organizzativa e di affrontare i timori del mercato sulla sua forza patrimoniale, determinando comunque un impatto di circa 470 milioni sulla redditività.

Per compensare i mancati proventi sarà potenziata l’attività di cross-selling tra le banche cooperative e le proprie attività nelle assicurazioni, nell’asset management e nel credito al consumo, con l’obiettivo di generare ricavi addizionali per 400 milioni annui. La banca prevede così di mettere a segno tra il 2016 e il 2019 una crescita annua dei ricavi del 2,5%. I costi scenderanno di 900 milioni entro il 2019. Crédit agricole, che per il 2019 punta a un Core Tier 1 sopra l’11%, vuole inoltre distribuire ai suoi azionisti il 50% dell’utile netto a partire dal 2017.

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