A gennaio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,7% nei confronti di gennaio 2015.
Lo rende noto l’Istat, precisando che con riferimento ai principali macrosettori, a gennaio le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,0% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a gennaio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,5%); commercio e energia elettrica e gas (entrambi 1,9%) e agricoltura (1,8%). Si registrano variazioni nulle nei settori del credito e assicurazioni, delle telecomunicazioni, della metalmeccanica e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Alla fine di gennaio 2016 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 37,4% degli occupati dipendenti e corrispondono al 35,5% del monte retributivo osservato. Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di gennaio è stato recepito un nuovo accordo mentre 13 sono scaduti. Alla fine di gennaio la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 62,6% nel totale dell’economia e del 51,7% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 35,9 mesi per l’insieme dei settori e di 15,0 mesi per quelli del settore privato.