di Anna Messia
Questa mattina Philippe Donnet sarà indicato ufficialmente come ceo di Generali . Mentre per cfo Alberto Minali si apre la candidatura a direttore generale con ampie deleghe sugli investimenti e sulla finanza del gruppo assicurativo triestino. Salvo colpi di scena dell’ultima ora, il comitato nomine della compagnia, riunito a Roma e composto da Francesco Gaetano Caltagirone , da Lorenzo Pellicioli e dal presidente Gabriele Galateri, scioglierà finalmente le riserve sul nuovo assetto del gruppo dopo l’uscita, lo scorso 26 gennaio, di Mario Greco, passato al comando di Zurich.
Una scelta che il mercato, sempre in cerca di stabilità, aspettava da tempo. Tanto che ieri mattina, con l’avvicinarsi della fumata bianca sulla nomina, il titolo è stato sospeso per eccesso di rialzo, salvo poi tornare sui suoi passi (chiusura: -0,15% a 12,96 euro) quando le borse hanno ripiegato. Oggi è attesa dunque la designazione di Donnet al vertice e la scelta Minali come numero due. Tali candidature saranno poi votate nel consiglio di amministrazione di giovedì 17, già convocato per l’approvazione del bilancio 2015 (i cui dati saranno resi pubblici il venerdì seguente). Il riassetto era stato rinviato di settimana in settimana, specie dopo la decisione di chiamare in campo anche un head hunter, Russell Reynolds, come richiesto del resto dalla prassi nei grandi gruppi assicurativi. Ma una promozione interna era sembrata subito la soluzione più probabile. Soprattutto quando i soci di Generali avevano dichiarato che il nuovo ceo si sarebbe dovuto muovere nel segno della continuità, avendo a mente il piano industriale 2018, annunciato da Greco lo scorso maggio durante l’Investor Day di Londra, che prometteva dividendi cumulati complessivi di 5 miliardi. Ma, anche pescando all’interno del gruppo, il confronto tra gli azionisti è durato a lungo. La competizione si è aperta appunto tra l’amministratore delegato di Generali Italia, Donnet, apprezzato per i risultati raggiunti nel complicato riassetto delle controllate tricolore, e il cfo di gruppo Minali, stimato da mercati e analisti per la sua professionalità.
Alla fine la scelta per il ruolo di ceo è ricaduta su Donnet, 55 anni, che ha lavorato per più di 20 anni nel colosso assicurativo francese Axa (è stato anche amministratore delegato in Italia di Axa Assicurazioni) e che è membro del consiglio di sorveglianza di Vivendi . Per questo motivo è stato visto come un manager vicino a Vincent Bolloré, secondo azionista di Mediobanca e socio di riferimento del gruppo francese. E c’è chi sostiene che Bolloré abbia voluto dire la sua nella scelta del nuovo ceo di Generali . In ogni caso alla fine il sostegno dei soci alla nuova governance è stato unanime. Ma ora l’attenzione si sposta sulla tenuta complessiva dell’assetto di Generali . La soluzione ipotizzata dal comitato nomine punta ad assicurare stabilità al gruppo dando a entrambi i manager il riconoscimento per il lavoro fatto in Generali negli ultimi tre anni. La convivenza andrà però, come sempre, verificata sul campo. (riproduzione riservata)
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