Banca Carige ha confermato di avere ricevuto un’offerta «non vincolante e confidenziale», da parte del fondo americano Apollo Management, per l’acquisto del portafoglio di crediti in sofferenza del gruppo. In una nota diffusa su richiesta della Consob dopo le indiscrezioni circolate, l’istituto ligure ha precisato che la proposta prevede, a compensazione degli effetti della cessione degli Npl, un aumento di capitale da 550 milioni di euro, interamente garantito da fondi affiliati ad Apollo, di cui 500 mln riservati a fondi riferibili ad Apollo e i restanti 50 mln offerti in opzione agli attuali azionisti.
In questo caso Apollo diventerebbe il primo azionista della banca.
Secondo le voci trapelate, Apollo sarebbe interessata ad acquistare i 3,5 miliardi di euro di Npl dell’istituto a un valore di 695 milioni di euro, pari in media al 17,6% del valore nominale dei crediti: l’8% per gli unsecured e il 25% per i secured. La cessione dei crediti a questi valori comporterebbe per la banca una rettifica in bilancio che abbasserebbe il Cet1 Ratio: da qui l’esigenza di una ricapitalizzazione. L’aumento di capitale riservato assicurerebbe ad Apollo una quota superiore al 50% in Carige, con il conseguente lancio di un’opa obbligatoria, e comporterebbe una forte diluizione degli attuali azionisti.
L’offerta, che sarebbe fortemente caldeggiata dalla Bce, verrà valutata dal nuovo cda che si insedierà a valle dell’assemblea convocata per domani: essa sarà espressione dell’attuale primo socio di Carige, Vittorio Malacalza, che controlla una quota del 17,6%.
A Piazza Affari il titolo Carige, dopo essere schizzato a +9%, ha rallentato la sua corsa chiudendo comunque la seduta in progresso del 4,80% a 0,60 euro. Banca Akros non si aspetta che il nuovo cda, che sarà nominato da Malacalza, accetti l’offerta di Apollo, «che potrebbe essere altamente diluitiva». Gli esperti prevedono piuttosto che «il nuovo management rilanci la banca e cerchi un’aggregazione alternativa». Tuttavia, secondo Icbpi, l’operazione con Apollo «avrebbe finanziariamente un senso».
Per Equita sim «il disegno di Apollo appare chiaro: comprare in saldo i non performing loan e avere una banca senza problemi di qualità dell’attivo, in modo che sia relativamente semplice venderla». Il pressing della Bce, inoltre, «dimostra che il regolatore intende affrontare i casi complicati nel corso del 2016, che ritiene necessari una riduzione degli Npl e un aumento di capitale e che la tutela degli azionisti non è in cima alle sue priorità. Data la pressione della Bce, pensiamo che Malacalza abbia poche alternative se non accettare la proposta, oppure promuovere lui stesso un aumento di capitale. Questa seconda opzione però è rischiosa, a meno che non abbia già un pre-accordo per un’aggregazione».
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