Sentenza n. 4531/2016 della Corte di Cassazione, Sezione I Civile
A cura di Lucio Berno
Ci si appresta a commentare ancora una sentenza della Suprema Corte con quale si condanna una banca in relazione ai tristemente noti “bond argentini”.
Cosa centrano con le assicurazioni penserete voi?? Centrano … centrano … centrano le motivazioni sulle quali la Cassazione ha poggiato i propri motivi di condanna:
- di non avere assolto l’obbligo di informazione con la mera consegna del documento generale sui rischi di investimento, in mancanza dell’informazione specifica richiesta dall’art. 21 del D. Lgs. n. 58 del 1998 (TUE) e dall’art. 28 del regolamento Consob (n. 11522 del 1998);
Vi ricorda qualcosa questo obbligo? Non equivale forse a quanto previsto dall’art. 47 e dall’art. 52 del regolamento ISVAP N. 5
- di avere omesso, in violazione dell’art. 29 del Regolamento Consob, di segnalare al cliente l’inadeguatezza dell’acquisto di titoli mobiliari in relazione al suo profilo di investitore e di richiedere pertanto «un ordine scritto in cui sia fatto esplicito riferimento alle avvertenze ricevute»;
e in ordine al questionario sull’adeguatezza come mai essi risultano sempre adeguati? È mai possibile, soprattutto in RC, che essi siano adeguati? Oserei pensare esattamente il contrario … non foss’altro per il massimale che, proprio perché in RC non potrà mai essere adeguato …
- di essersi «sottratta agli ulteriori obblighi di informazione in merito all’andamento dei bonds nel corso del rapporto».
E non hanno anche gli intermediario analogo obbligo di fornire tutte le informazioni anche in ordine al sottoscrittore che propongono?? Come si sentono quegli intermediari che hanno proposto è fatto sottoscrivere contratti con sottoscrittori la cui solidità patrimoniale è a rischio?