L’intero mondo assicurativo «è scosso fin nelle fondamenta» dall’attuale basso livello dei tassi, che rappresenta una delle sfide da affrontare insieme a quella dell’innovazione tecnologica: è il monito lanciato da Salvatore Rossi, presidente dell’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, nel suo intervento di apertura al convegno dedicato all’avvio di Solvency II. Quest’ultimo, ha affermato Rossi, in vigore da inizio anno, «è solo un nuovo impianto regolamentare: disegna la mappa urbana, definisce strade a senso unico e limiti di velocità, distribuisce semafori e vigili urbani».
Ma il mercato assicurativo in tutto il mondo, ha continuato Rossi, «è ora di fronte a una sfida ben più impegnativa di quella posta da un cambiamento, per quanto radicale, delle regole del gioco. Una sfida da combattere su due fronti: uno strutturale, l’innovazione tecnologica; l’altro, apparentemente di natura congiunturale, ma che ormai tende ad assumere una connotazione strutturale: il contesto di rendimenti finanziari bassi e volatili nel quale stiamo vivendo da anni. Ho detto bassi, ma avrei potuto dire negativi, almeno con riferimento al segmento a breve termine».
Il numero uno dell’Ivass ha osservato che «capire le tendenze e le sfide sottostanti alla condizione attuale del mercato assicurativo dovrebbe essere obiettivo comune di regolatori e imprese. Al momento siamo chiamati a lavorare insieme per far sì che l’attuazione di Solvency II sia il più possibile fluida ed efficace, al fine di rendere il settore assicurativo capace di resistere ai venti contrari di oggi e cogliere le opportunità di domani».
C’è però un altro elemento da affrontare: la supervisione a livello europeo. La sfida consiste nell’armonizzare e far convergere le prassi di vigilanza. «È impensabile che si possa gestire in modo coerente un nuovo impianto regolamentare se si accetta per troppo tempo che il campo di gioco non sia livellato, che vi siano differenze di approccio tra i supervisori nazionali e discriminazioni in materia di protezione degli assicurati tra i vari paesi», ha precisato Rossi. «Questo è accaduto spesso con Solvency I in un quadro comunitario di armonizzazione al minimo, che ha consentito il diffondersi di peculiarità nazionali. Solvency 2 limita fortemente tali specificità e facilita il lavoro per armonizzare le pratiche di vigilanza».
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