di Luisa Leone
Niente decreti e niente rimborsi senza l’ok dell’Europa. I titolari di obbligazioni subordinate delle quattro banche messe in risoluzione lo scorso novembre (Carife, CariChieti, Banca Marche e Banca Etruria ) sono ancora una volta appesi alle decisioni di Bruxelles, con cui il governo italiano ha ancora in corso un confronto proprio sul meccanismo degli arbitrati che dovranno fare da filtro per i rimborsi ai risparmiatori truffati.
Finché il placet Ue non arriverà, i decreti (quello del presidente del Consiglio dei ministri e quello del ministero dell’Economia) attesi per accendere i motori della macchina dei ristori ai bondholder inconsapevoli non potranno essere pubblicati. E di conseguenza non sarà possibile avviare i procedimenti per ottenere indietro almeno parte dei risparmi andati in fumo.
A parlare apertamente di una negoziazione non ancora conclusa è il commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager, in una risposta scritta datata 14 marzo 2016 a un’interrogazione dell’eurodeputato e vicepresidente del Parlamento Ue Antonio Tajani. L’esponente di Forza Italia chiedeva se i risarcimenti ai clienti delle quattro banche fossero compatibili con la normativa comunitaria sugli aiuti di Stato, e nella sua replica la responsabile ha sottolineato che «In casi specifici, uno Stato membro può decidere di porre in essere un meccanismo di arbitrato affinché gli obbligazionisti possano chiedere un risarcimento per la potenziale vendita impropria di obbligazioni. Tale risarcimento dovrebbe essere pagato in primo luogo dalla banca che ha praticato tali vendite improprie. Le autorità italiane hanno manifestato il proprio interesse per la creazione di tale meccanismo, la cui elaborazione è oggetto di confronto con la Commissione». Insomma, sembrerebbe che le lungaggini nell’emanazione dei decreti che detteranno i criteri per i rimborsi siano legate alla nuova tornata di negoziazioni con Bruxelles. Un elemento non da poco, visto che il governo si era impegnato a procedere il più celermente possibile sulla via dei risarcimenti e che in un primo tempo si era parlato della fine di gennaio per la pubblicazione dei decreti necessari a far partire il complesso ingranaggio degli arbitrati.
A ogni modo, ieri fonti vicine al ministero dell’Economia assicuravano che le negoziazioni con Bruxelles sono a buon punto e che c’è fiducia nel fatto che il placet Ue arrivi in tempo per consentire ai decreti di entrare in vigore entro la fine di marzo, termine ultimo previsto dalla legge di Stabilità, nella quale sono state inserite in tutta fretta le norme sugli indennizzi. Ma oltre al meccanismo dell’arbitrato sarebbero anche altre le questioni oggetto del confronto con i tecnici europei. Non può che destare preoccupazione allora il riferimento della Vestager al fatto che il costo del risarcimento per i risparmiatori inconsapevoli «dovrebbe essere pagato in primo luogo dalla banca che ha praticato tali vendite improprie». Un requisito a cui il meccanismo pensato dall’Italia non sembrerebbe rispondere, visto che il Fondo di solidarietà (con dotazione 100 milioni) previsto dalla legge di Stabilità 2016 sarà alimentato da tutte le banche tramite il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd). (riproduzione riservata)
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