Entro la fine di giugno la Cina dovrebbe alzare il velo sul programma di assicurazione sui conti correnti bancari, arrivando forse già quest’anno alla liberalizzazione dei tassi di interesse sui depositi. Ad annunciarlo è stato il vice governatore della Banca centrale cinese (Pboc), Zhou Xiaochuan. «Ritengo che possa essere lanciato nella prima metà di quest’anno», ha detto il numero uno dell’istituto facendo riferimento al piano per assicurare i conti correnti presso le banche cinesi. Secondo Zhou c’è anche «una buona probabilità» che possano essere eliminati i restanti controlli sui tassi sui depositi, ora gestiti dalla stessa Pboc.
I correntisti cinesi al momento non possono contare su nessun sistema di assicurazione, anche se il governo risulta molto presente dietro al sistema bancario, considerando che gli istituti di credito sono per lo più controllati dallo Stato. Pechino sta comunque puntando a portare più capitale privato nel settore bancario e a liberalizzare i tassi di interesse. In particolare, secondo il sistema attuale, la banca centrale fissa un benchmark di riferimento e permette agli istituti di offrire un tasso che superi di 1,3 volte al massimo il livello stabilito. Zhou, rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulla prospettiva di rimuovere questi limiti, ha spiegato che «se c’è l’opportunità quest’anno, i tassi sui depositi verranno liberalizzati: c’è una buona possibilità per questo».
La necessità di un sistema di assicurazione sui depositi deriva dalla maggiore competizione tra le banche nel fissare i tassi e dai minori flussi di capitale nel settore bancario: elementi che rischiano di portare al fallimento degli istituti di credito di minori dimensioni. Secondo un piano allo studio, i correntisti potrebbero risultare coperti su depositi fino a 500 mila yuan, che corrispondono a circa 75 mila euro. Le riforme del settore bancario si inseriscono in un più ampio progetto di ristrutturazione economica nel paese che risulta essere, in parte, una motivazione del recente rallentamento del pil. Il governo di Pechino ha fissato quest’anno un target di crescita a +7% dopo l’espansione del +7,4% registrata lo scorso anno, sui minimi da quasi 25 anni. Diversi economisti si aspettano un rallentamento sotto tale soglia nel primo trimestre, soprattutto alla luce dei recenti indicatori macroeconomici.
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