di Anna Messia
Itas si mette alla finestra e guarda al riassetto che coinvolge la Cassa di risparmio di Bolzano. Lo scenario sul futuro dell’istituto, chiamato a ricapitalizzare con un intervento che potrebbe essere superiore ai 200 milioni e avvicinarsi ai 250 milioni, resta decisamente fluido. Ma gli assicuratori di Trento sarebbero pronti a recitare un ruolo importante nella partita.
Del resto la compagnia guidata da Ermanno Grassi non ha mai fatto mistero di voler crescere ancora, sebbene solo di recente abbia chiuso l’operazione di acquisizione delle branch italiane della Royal & Sun Alliance, raggiungendo premi complessivi per 1 miliardo e espandendosi nel nord Ovest e nel Centro Italia. Le energie e le risorse del gruppo, in questo periodo, sono ovviamente impegnate per l’integrazione, ma il riassetto della Cassa di risparmio di Bolzano potrebbe rappresentare una partita troppo importante per il territorio per restarne fuori. Ovviamente dipende da come evolverà la situazione, perché gli scenari sarebbero più di uno. La fondazione dell’istituto altoatesino, che detiene il 66% del capitale di CariBolzano, avrebbe già dato il via libera all’operazione, ma restano ancora da reperire poco più di 80 milioni, e non sono certo pochi.
A seguire da vicino l’operazione sarebbe anche Unicredit , già presente in Trentino ma interessata da tempo a presidiare l’Alto Adige. Ma sul tavolo ci potrebbe essere anche un’altra soluzione, con il coinvolgimento nel riassetto della Popolare dell’Alto Adige, destinata a trasformarsi in società per azioni, e della Cassa rurale dell’Alto Adige, verso la creazione di un unico aggregato bancario per il territorio. Scenario, quest’ultimo, che sarebbe decisamente più interessante per Itas, volenterosa di ampliare la rete distributiva oltre i circa 150 sportelli della Cassa di risparmio di Bolzano, in cui oggi colloca polizza danni grazie alla joint venture bancassicurativa creata con l’istituto.
Certo anche quest’ultimo progetto è pieno di incognite. Non solo per la difficoltà di mettere d’accordo più soggetti coinvolti e per il fatto che le altre banche hanno già un partner assicurativo: la Cassa rurale dell’Alto Adige, in particolare, ha la sua compagnia, Assimoco. Ma soprattutto perché la Banca d’Italia potrebbe non gradire l’alta concentrazione territoriale dell’aggregato bancario. Il tempo a disposizione, in ogni caso, non è molto e Itas resta in attesa di capire quale possa essere il piano industriale per il rilancio della banca, prima di decidere le sue mosse. Mentre anche un’altra compagnia assicurativa potrebbe essere della partita. Si tratta di Eurovita, assicurazione rilevata lo scorso anno dal fondo americano Jc Flowers, che tra i suoi soci ha anche la Cassa di Risparmio di Bolzano (5,6%). Anche lei potrebbe partecipare alla ricapitalizzazione dell’istituto, dove colloca le sue polizze Vita. Per una quota, però, che sarebbe minore. (riproduzione riservata)