Nel 2014 Generali ha conseguito un utile netto in calo a 1,67 miliardi di euro, che si confronta con un risultato positivo per 1,915 mld riportato nell’esercizio precedente. Tale variazione include 400 milioni di effetti one-off straordinari imputabili alla cessione di Bsi e a una svalutazione effettuata su Ingosstrakh, senza i quali il risultato netto sarebbe ammontato a 1,2 miliardi.
Le performance operative sono risultate in crescita sia nel segmento vita (+15,2%) sia nel danni (+13,1%), sostenendo il risultato operativo complessivo che è migliorato del 10,8% a 4,508 miliardi. Il roe operativo ha raggiunto il 13,2% e il combined ratio è migliorato ulteriormente al 93,8%.
I premi complessivi sono ammontati a 70,43 miliardi di euro (+7,7%), sostenuti in particolare dalla nuova produzione del segmento vita (+14,2% a 5,163 mld), mentre i premi nei danni sono rimasti pressoché invariati (+0,2% a 20,617 mld). Il patrimonio netto ha segnato una crescita del 17% a 23,204 miliardi, l’indice Solvency I ha superato il target al 2015 (160%), attestandosi al 164% e il margine di solvibilità Solvency II si è attestato al 151%.
Il cda proporrà ai soci la distribuzione di un dividendo unitario di 0,6 euro, in crescita del 33% rispetto ai 45 centesimi dello scorso esercizio. Generali prevede per il 2015 di rafforzare i livelli di performance operativa. In una nota l’a.d. Mario Greco ha spiegato che «il processo di trasformazione di Generali è stato completato e abbiamo raggiunto con un anno di anticipo i target annunciati nel gennaio 2013. Grazie a questo piano di turnaround abbiamo generato 18 miliardi di euro di valore per i nostri azionisti e confidiamo di continuare a creare valore anche in futuro». Greco ha sottolineato che Generali non è mai stata «così solida» ed è «pronta ad affrontare le sfide nei mercati in cui è presente: in maggio presenteremo la nuova fase della nostra strategia, che aprirà un nuovo capitolo della storia di Generali».
In un successivo incontro con i giornalisti, l’a.d. ha spiegato che la compagnia triestina non guarda ad acquisizioni all’estero: «Con 70 miliardi di fatturato a livello mondiale non abbiamo neppure bisogno di farle». Greco ha quindi posto l’accento sulle condizioni critiche di mercato dove, al pari dei concorrenti, la compagnia si trova a operare. I risultati conseguiti in Italia sono stati «inattesi per l’impatto della crescita riscontrata». Il Leone non intende vendere titoli del debito italiano alla Bce, nell’ambito del programma Qe partito a inizio settimana. Quanto al dividendo, continuerà a salire nei prossimi anni.
In borsa Generali ha lasciato sul terreno il 4,40% a 18,23 euro. I conti sono stati valutati favorevolmente dal punto di vista operativo ma penalizzati da componenti straordinarie.
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