di Anna Messia
Generali punterà ad aumentare il dividendo anno dopo anno. La promessa, fatta ieri dal group ceo Mario Greco in occasione della presentazione del bilancio 2014, non lascia spazio a interpretazioni. E il trend di crescita è visibile già da quest’anno, con il cda che ha deciso di proporre all’assemblea una cedola di 60 centesimi, in aumento del 33% rispetto ai 45 centesimi dell’anno scorso.
Il dividendo è risultato un po’ più alto della stime degli analisti, che si aspettavano in media 58 centesimi. Sembra la conferma del fatto che l’impegno di dare soddisfazioni agli azionisti è al primo punto dell’agenda di Greco. Del resto il processo di trasformazione diGenerali è stato completato con un anno di anticipo rispetto agli obiettivi annunciati a gennaio 2013, come ha sottolineato ieri Greco, e grazie al piano di turnaround la compagnia assicurativa triestina in due anni ha già generato 18 miliardi di valore per gli azionisti. «Confidiamo di continuare ad aumentare il dividendo nei prossimi anni», ha dichiarato il ceo, chiarendo però che il gruppo non ha intenzione di fissare un nuovo limite di payout dopo aver appena superato la soglia del 40% stabilita dalla precedente gestione.
Indicazioni più precise potranno arrivare dall’Investor Day del 27 maggio a Londra, ma intanto l’obiettivo per il 2015 è raggiungere flussi di cassa netti di 1,5 miliardi, in crescita dagli 1,2 del 2014.
Il contributo maggiore anche quest’anno dovrebbe arrivata dall’Italia, che l’anno scorso aveva staccato un dividendo di 900 milioni, ma un sostegno è atteso finalmente anche dalla Francia, che l’anno scorso per via della profonda ristrutturazione non aveva dato alcun contributo in termini di cash flow. La Germania dovrebbe mantenere il proprio apporto (300 milioni lo scorso anno), mentre «qualcosa di più potremmo chiedere all’Est Europa, visto che abbiamo raggiunto il pieno controllo della partecipate», ha fatto notare Greco.
Tornando al bilancio 2014, i premi lordi hanno superato i 70 miliardi e l’utile netto ha raggiunto 1,7 miliardi; in calo rispetto agli 1,9 miliardi del 2013, ma il dato include circa 400 milioni di svalutazioni legate alla vendita integrale di Bsi a Btg Pactual e alla partecipazione nella compagnia russa Ingosstrakh. Senza tali rettifiche l’utile netto sarebbe stato di 2,1 miliardi. Riguardo alla prima operazione, ieri Greco ha ricordato che la cessione della Banca Svizzera italiana, chiusa a luglio scorso per 1,5 miliardi di franchi svizzeri, era l’ultima operazione prevista nel pacchetto di cessioni programmate dal ceo al suo arrivo al vertice del gruppo.
Va però segnalato che la vendita di Bsi non è definitivamente archiviata, in quanto pende ancora la determinazione della multa da parte della autorità americane, nell’ambito dell’accordo sulla vertenza fiscale del gruppo con gli Usa. «Speriamo di chiudere l’accordo a marzo; abbiamo già accantonato a bilancio le riserve che riteniamo necessarie (gli analisti stimano tra 100 e 200 milioni, ndr)», ha detto Greco. «Successivamente partiranno gli iter autorizzativi nei vari Paesi interessati e tutto dovrebbe essere concluso entro l’estate».
Per quanto riguarda Ingosstrakh Greco ha invece confermato le anticipazioni di MF-Milano Finanza sull’arrivo nel cda della compagnia russa di Paolo Scaroni, «che grazie alla sue competenze saprà ben rappresentare gli interessi di Generali nella società, assieme agli altri due consiglieri italiani cui abbiamo diritto per la nostra partecipazione».
I numeri diffusi ieri, nonostante abbiano consentito al gruppo di raggiunge in anticipo gli obiettivi, sono meno brillanti rispetto alle attese del mercato, probabilmente a causa di alcune svalutazioni impreviste. Gli analisti del Credit Suisse, per esempio, hanno dichiarato che il profitto operativo di 4,5 miliardi, benché rappresenti una crescita del 10,8% sul 2013, è risultato inferiore del 5% rispetto alle loro stime, a causa di 60 milioni di perdite nel real estate. Anche il risultato netto è stato inferiore del 14% rispetto alle previsioni per via degli accantonamento per Bsi. «Il core business è solido, ma il management deve convincerci che le cause legali sono tutte chiarite e conteggiate», hanno detto gli analisti.
A Piazza Affari ieri il titolo Generali ha perso il 4,4% a 18,23 euro dopo aver raggiunto alla vigilia quota 19 euro, il massimo degli ultimi cinque anni. Il mercato guarda con particolare interesse alle prime simulazioni sull’indice Solvency II, che a causa del calo dei tassi d’interesse per Generali scenderebbe di 33 punti percentuali al 157%, anche se il quadro in proposito non è ancora del tutto chiaro. «Siamo comunque in una situazione di tranquillità», ha sottolineato il cfo Alberto Minali, «con i tassi ai minimi i modelli di capitale vanno in massima tensione, ma non siamo preoccupati e non ci sarà impatto sulla politica dei dividendi». Anzi, proprio grazie alle politiche della Bce, ai bassi tassi, alla debolezza dell’euro e al costo ridotto dell’energia «nei prossimi due anni ci sarà una fortissima spinta all’Europa e l’Italia potrà giovarne più di altri Paesi», ha detto Greco con convinzione. (riproduzione riservata)