di Stefania Peveraro
Il factoring va in controtendenza. Mentre nel 2014 il credito alle imprese è diminuito, l’attività di acquisto di crediti da parte delle società di factoring è cresciuta. In termini di turnover, cioè di crediti acquistati nel corso dell’anno, le associate ad Assifact hanno sfiorato i 177,5 miliardi (+2,8% dal 2013), mentre lo stock a fine anno era di 55,8 miliardi (+0,48%).
E le previsioni sono di una crescita ulteriore del 3,36% per il turnover e del 2,28% per lo stock. I dati sono stati presentati dal segretario generale di Assifact, Alessandro Carretta, docente a Roma Vergata, e dal presidente dell’associazione, Rony Hamaui, che è anche il ceo di Mediocredito Italiano (gruppo Intesa), la prima società di factoring per turnover 2014 con 53,4 miliardi, seguita da Unicredit Factoring con oltre 31 miliardi e da Ifitalia con 28,9 miliardi. Le previsioni di crescita si fondano sul trend di miglioramento nei pagamenti dei debiti commerciali che evidenziano un leggero accorciamento della durata effettiva media da 96 a 94 giorni (contro una media europea che resta però di 47 giorni) e una riduzione del ritardo medio da 31 a 29 giorni. E anche il ritardo medio dei pagamenti della Pa è sceso (da 90 a 85 giorni), sebbene i tempi di pagamento restino molto alti: 165 giorni contro una media europea di 58. Detto questo, il fatto che sul mercato ci sia grande liquidità e che quindi le imprese soffrano meno di questi ritardi non frena l’azione di Assifact, che anzi ha annunciato un paio di richieste urgenti al governo per rendere più fluido il mercato. Secondo Assifact, infatti, è necessario un Testo unico delle norme sulla cessione del credito nella Pa, mentre sul fronte del factoring tra imprese, andrebbe rivista la legge 52 sulla cessione di crediti di imprese, che risale al 1991. A oggi, infatti, nel caso di default del cedente il giudice è titolato a revocare il credito, ceduto anche nella forma pro-soluto. (riproduzione riservata)