di Claudia Cervini
Ieri è arrivata la conferma del presidente di Banca Carige Cesare Castelbarco Albani. La lettera della Bce sul piano di ricapitalizzazione presentato cinque mesi fa «è arrivata», ha spiegato il numero uno della banca ligure e il titolo ha corso in borsa chiudendo la seduta a 0,0703 euro in rialzo del 2,03%, dopo aver toccato un massimo intraday di 0,0702 euro. Oggi il cda dell’istituto si riunirà per deliberare sull’aumento di capitale che dovrebbe essere superiore rispetto ai 700 milioni garantiti dal consorzio di istituti di credito capitanato da Mediobanca e potrebbe essere compreso tra gli 800 e i 900 milioni. L’aumento, incassato il via libera del cda, dovrebbe essere discusso nell’assemblea del 23 aprile (insieme all’approvazione del bilancio) e partire effettivamente tra maggio e giugno. Chi sottoscriverà questo aumento? L’ingresso nell’azionariato di un socio liquido come la famiglia Malacalza, che ha acquistato il 10,5% dalla Fondazione, ha rassicurato il mercato. L’ente ora (con la partecipazione ridotta al lumicino e scesa sotto al 3%), potrà sottoscrivere la ricapitalizzazione pro-quota. L’incognita è rappresentata dal socio francese Bpce (secondo azionista della banca) che, parlando con MF-Milano Finanza, ha recentemente dichiarato: «Stiamo valutando se partecipare all’aumento di capitale: la decisione non è ancora stata presa visto che non conosciamo ancora le condizioni dell’aumento». Dopo la giornata di oggi Bpce dovrebbe sciogliere le riserve. Da notare che Ubs ieri ha aumentato la partecipazione nel capitale di Carige al 4,72% (dal 4,624% detenuto in precedenza). Sul 2,367% l’istituto svizzero non detiene i diritti di voto e la partecipazione è al servizio di un contratto derivato di un cliente terzo. Domani tornerà a riunirsi anche la Fondazione. Sul tavolo la possibilità di tornare a bussare alla Regione Liguria bloccando alcune erogazioni già deliberate a società attive nell’ambito culturale e dei trasporti con l’intento di fare cassa. Difficile però credere che, a margine di questo cda, non si affrontino i temi legati al destino della banca. Va ricordato che è in scadenza il mandato di Banca Imi (Intesa Sanpaolo ), quale advisor finanziario sulle decisioni strategiche in merito alla quota detenuta in Carige e la ricerca di un alleato. Anche in virtù del fatto che Banca Imi ha concluso, con successo, il compito. L’ente sta quindi ragionando se sia il caso di dotarsi di un advisor per la valorizzazione del patrimonio. (riproduzione riservata)