Nel 2014 il numero di aziende protestate è sceso «significativamente», tornando vicino ai livelli pre-crisi e sono diminuiti i tempi di pagamento delle fatture. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio sui protesti e i pagamenti delle imprese elaborato dal Cerved. L’anno scorso, sono state quasi 35 mila le società con almeno un titolo protestato nel corso dell’anno, in netta diminuzione rispetto alle 42 mila del 2013 (-17,3%).
Il comparto con la più intensa riduzione di aziende protestate è stato quello dell’industria, che ha registrato un ritorno al di sotto dei livelli pre-crisi: nel 2014 sono state circa 3.500 le imprese manifatturiere protestate, in calo del 22,5% rispetto alle 4.500 del 2013 e del 7,8% rispetto alle 3.800 del 2007. Il Sud si è confermata l’area con il maggior numero di protesti (14.400), la più alta diffusione del fenomeno (2,3%) e il distacco maggiore dai livelli pre-crisi (+30,7%). La Lombardia è stata la regione che è tornata più vicina ai livelli toccati prima del 2007 (+1,5%) mentre in Liguria (+5,1%) e Piemonte (+8,6%) il divario è rimasto il più marcato. Buone notizie sono venute anche dal fronte dei tempi di pagamento. Le imprese italiane hanno infatti liquidato più velocemente le fatture ai propri fornitori: 77,5 giorni, rispetto alla media di 79 giorni del 2013 e di 81 del 2012. Nel corso degli ultimi due anni, inoltre, sono diminuiti sia i termini di pagamento concordati in fattura (che sono passati da 60,8 giorni del 2012 a 58,9 del 2014), sia i giorni medi di ritardo (da 20,2 a 18,5 nell’ultimo anno).
Il Nord Est si è confermata l’area più tempestiva nel liquidare le fatture: i tempi di pagamento medio sono stati di 72,6 giorni (-1 giorno rispetto al 2012. All’opposto, il Sud è stata l’area più lenta a pagare (82,5 giorni). «Gli ultimi tre mesi del 2014 hanno confermato la positiva inversione di tendenza innescata nei trimestri precedenti, sia sul versante dei protesti, che dei ritardi nei pagamenti», ha commentato Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved. «Sono due le ragioni principali di questo miglioramento: la maggiore cautela delle imprese nel concedere credito commerciale alle controparti e la selezione naturale tra aziende meno solide, molte delle quali uscite dal mercato, e imprese virtuose. Queste ultime oggi appaiono meglio attrezzate per beneficiare dalla ripresa economica in atto».
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