La Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie introdotta un anno fa dalla legge di Stabilità 2013, ha generato «una contrazione del 15-20% dei volumi in borsa nel 2013». Parola di Raffaele Jerusalmi, a.d. di Borsa italiana, che durante un convegno su questa materia svoltosi alla Camera ha puntato l’indice contro «la complessità del sistema fiscale italiano, che allontana l’interesse dell’investitore».
Jerusalmi ha spiegato che «molti investitori si sono allontanati perché non riuscivano a gestire la complessità» del nostro fisco: «Abbiamo un sistema fiscale, che definirlo complesso è un eufemismo. Personalmente ho tutto scritto nella dichiarazione dei redditi, ma senza un commercialista faccio fatica a venirne a capo. La complessità non aiuta l’investitore estero, che non capisce il rischio e preferisce tirarsi indietro e non operare» nel nostro mercato. «Credo che sia un mio grosso auspicio e una mia raccomandazione», ha concluso Jerusalmi, «di far capire che queste cose hanno effetti e ricadute molto complesse, perché quando si vanno a tassare attività, gli effetti sono molto complessi e i danni provocati molto ampi».
Di diverso avviso è apparso invece Vieri Ceriani, consulente del ministro dell’economia, secondo il quale, grazie alla Tobin Tax, nelle casse dello Stato entreranno «fra 350 e 400 milioni di euro nel 2014», tenuto conto che «le aliquote scenderanno» e la tassa «sarà applicata sui derivati tutto l’anno». Nel 2013 il gettito generato dalla tassa sulle rendite finanziarie è stato di oltre 300 milioni di euro, considerando che la Tobin è entrata in vigore in marzo sulle azioni e, da settembre, anche sui derivati.
In particolare, l’imposta è dovuta dal soggetto in favore del quale avviene il trasferimento di proprietà di azioni; riguarda solo i titoli di società a capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro; non riguarda fondi di investimento e obbligazioni, a eccezione delle obbligazioni convertibili in azioni. Sono esclusi dalla tassazione anche gli aumenti di capitale e le azioni di nuova emissione per le quali non siano stati ancora pubblicati i dati relativi alla capitalizzazione, che viene determinata a dicembre di ogni anno sulla base della media registrata nel mese precedente. La tassa si applica per ciascun titolo sui saldi positivi di fine giornata. L’aliquota prevista a regime, per i titoli scambiati sui mercati regolamentati e sugli Mtf, è dell’1 per mille, ma per l’anno 2013 viene applicata l’aliquota maggiorata dell’1,2 per mille. Per le transazioni fuori dai mercati regolamentati è prevista un’aliquota doppia: 2 per mille e 2,2 per l’anno 2013. Non rientrano tra gli strumenti soggetti all’imposta i cross valutari scambiati sul Forex.
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