di Anna Messia
Le Poste Italiane scaldano i motori per la quotazione forti di un bilancio 2013 chiuso con un utile netto di un miliardo di euro, (stabile rispetto al 2012), e ricavi pari a 26 miliardi, in crescita rispetto ai 22 miliardi dell’anno prima. «Poste Italiane si colloca ancora una volta al primo posto per redditività tra gli operatori postali mondiali, riaffermando la propria reputazione internazionale e l’affidabilità finanziaria in vista dell’avvio della privatizzazione», hanno sottolineato ieri dal gruppo guidato da Massimo Sarmi, che ad aprile prossimo dovrà rinnovare il consiglio di amministrazione arrivato a scadenza.
L’utile ante imposta è salito in particolare a 1,528 miliardi, in crescita del 7,4% rispetto ai 1,423 milioni, mentre sul risultato netto hanno pesato le maggiorazioni Ires e Irap introdotto dal governo alla fine dello scorso anno.
Numeri che lasciano immaginare come l’obiettivo del governo sia quello di aumentare quanto possibile il valore di Poste fissato a fine 2010 quando, in conseguenza del passaggio di azioni di Poste Italiane dalla Cassa Depositi e Prestiti al Tesoro, l’intero gruppo venne stimato in poco meno di 10 miliardi di euro. Se l’esecutivo riuscisse a far crescere quella valutazione lo Stato, che oggi detiene il 100% del capitale, potrebbe incassare qualcosa di più rispetto ai 4 miliardi attesi come minimo dalla quotazione in Borsa del 40% della società, prevista entro la fine dell’anno. Al lavoro ci sono già gli advisor (Lazard e lo studio legale Gianni Origoni Grippo per conto del Tesoro e Rothschild per Poste) mentre a breve è attesa la scelta del global coordinator per l’ipo, con una lunga lista di banche che si sarebbero candidate (tra cui Jp Morgan e Morgan Stanley, ma anche Unicredit e Intesa Sanpaolo con Banca Imi).
Tornando ai dati di bilancio, il risultato operativo è cresciuto a 1,4 miliardi, in aumento dell’1,3% rispetto agli 1,38 miliardi del 2012. Al risultato ha contribuito in particolare la performance dei servizi finanziari, con ricavi saliti a 5,39 miliardi contro i 5,31 miliardi del 2012. Le masse raccolte sui conti correnti, per esempio, hanno visto la giacenza media passare da 41,5 a 43,9 miliardi. Confermata la leadership nel settore delle carte prepagate, che nel primo trimestre 2014 hanno raggiunto quota 12 milioni grazie al successo di PostePay. Risultati record per la compagnia Vita con 13,2 miliardi di premi emessi rispetto ai 10,5 miliardi del 2012 (+25%), mentre Poste mobile, operatore di telefonia del gruppo, ha eseguito 26,6 milioni di transazioni finanziarie contro le 23,4 milioni del 2012. Continua invece la frenata dei servizi postali e commerciali, che hanno registrato ricavi pari a 4,45 miliardi, in calo del 4,4% rispetto all’anno prima. (riproduzione riservata)