Finanza sostenibile, in Italia va al rallentatore, per gli investitori retail italiani. Gli operatori tradizionali (banche, reti e società di gestione) sono lontani da un’integrazione dei principi Sri (socially responsible investing) all’interno delle proprie strutture. C’è qualche tentativo, e qualche espressione d’interesse, ma la distanza dai gruppi internazionali è tangibile. Con la conseguenza che promotori e clienti, salvo fondi etici risalenti talvolta ai primi anni del millennio, non hanno prodotti “sostenibili” su cui ragionare. A sorpresa, un segnale di ottimismo arriva invece dagli ultimi arrivati sulla scena (ultimi in senso temporale, in quanto a periodo di attività e a regolamentazione normativa): i fondi pensione. Qui, sembra registrarsi, oltre che un certo interesse verso l’impiego del patrimonio in investimenti Esg compliant (ovvero, rispettosi di criteri Environmental, social e governance) anche un primo dinamismo nel dotarsi di strutture e advisor capaci di svoltare verso la finanza Sri. Sono le prime conclusioni dell’inchies di ETicaNews, che sarà puta giornalistica condotta in queste settimane dalla redazionebblicata nel mese di marzo e presentata in un ebook in occasione dell’incontro del 28 marzo al Salone del risparmio durante il quale si ragionerà con alcuni protagonisti della realtà italiana e internazionale. (p.jad.)
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