di Ugo Brizzo
Primi segnali di miglioramento della situazione del credito e delle sofferenze in Italia, anche se ancora molto lievi. I dati di gennaio, pubblicati ieri da Banca d’Italia, indicano nuove flessioni, ma a un ritmo ridotto rispetto a dicembre. Nel dettaglio i prestiti al settore privato, corretti per tenere conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, hanno registrato una contrazione su base annua del 3,5% (-3,7% a dicembre). I prestiti alle famiglie sono scesi dell’1,3% su base annua, come nel mese precedente; quelli alle imprese sono invece diminuiti del 5% (-5,2% a dicembre). Il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze, senza correzione per le cartolarizzazioni ma tenendo conto delle discontinuità statistiche, è risultato pari al 24,5% (24,7% a dicembre). I crediti deteriorati sono proprio al centro delle ispezioni iniziate ieri da Bankitalia e Bce nelle 15 maggiori banche italiane per l’asset quality review.
Intanto continuano ad aumentare i risparmi depositati sui conti correnti. Per timore della crisi, di nuove tasse e per la paura della mancanza di lavoro, i risparmiatori mettono da parte di più in liquidità. Secondo i dati della Banca d’Italia, a gennaio il tasso di crescita sui 12 mesi dei depositi bancari del settore privato è risultato pari al 2,7% (2,3% a dicembre 2013). Una scelta che però potrebbe minare le ipotesi alla base dell’aumento delle buste paga allo studio del premier Renzi, che punta proprio a rimpolpare gli stipendi per rilanciare i consumi e quindi l’economia. Mentre i risparmi nei conti correnti salgono, scende invece la raccolta obbligazionaria, includendo le obbligazioni detenute dal sistema bancario, che è diminuita del 9,3% sui dodici mesi (-8,3% a dicembre).
Un piccolo ma positivo segnale è rappresentato anche dalla stabilizzazione del costo del denaro dei mutui. Secondo l’analisi di Banca d’Italia i tassi d’interesse sui finanziamenti erogati a gennaio alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 3,8% come nel mese precedente, sui livelli minimi almeno da dicembre 2012. E proprio nelle ultime settimane si osserva che diverse banche sono tornate a promuovere la convenienza dei proprio spread sui mutui proprio per cercare di attirare i risparmiatori diffidenti.
Nei prestiti, invece, i tassi sono ancora molto alti, anzi aumentano: sulle nuove erogazioni di credito al consumo si sono attestati al 9,46% (8,69% a dicembre), quelli sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 4,40% (4,36% nel mese precedente), quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia al 2,80% (2,82% a dicembre). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,95%. (riproduzione riservata)